Adoro, adoro, adoro prendere un jeans dall’angolo dell’armadio riservato alla libera espressione di sé: il relax. Il modus vivendi che viaggia parallelo a quello normalmente regolato dalle convenzioni sociali, dalla buona educazione, dai pregiudizi. Il Tempo libero. Ma siamo così pazzi? Siamo riusciti a definire libero il Tempo. Quindi, la restante parte andrebbe chiamata come? Tempo rubato? Imprigionato? Condizionato? Esiliato? Globalizzato? Commercializzato? A pagamento? Sì, siamo pazzi. Io, invece, oggi vivo. E senza impegno. Jeans non impegnativi, calzettoni non impegnativi, scarponcini non impegnativi, blazer non impegnativo, sciarpa non impegnativa, occhiali da sole non impegnativi. Porto con me solo buona compagnia e una borsa con l’unico logo-no logo Récolte de Provence. Pronta per il Tempo. Per tutto il mio Tempo. Passeggio amabilmente per le stradine del mio paesino – mi prendono tutti in giro per questi diminutivi che affibbio persino alla minestr-ina, ma io continuo imperterrita – arrivo nella valle, imbocco un passaggio nel bosco. Riempio la borsa di piccoli legnetti secchi per accendere il camino e di pigne lunghe e strette, bellissime, perfette da trasformare in decorazioni shabby chic per l’albero di Natale. Quando rimetto la chiave nel cancelletto di casa, non ho idea di quanto Tempo sia trascorso. Il sole è alto nel cielo e io ho vissuto tutto il mio Tempo. Senza impegno.