Sferruzzare vale oro e fa bene all’Abruzzo
Mi scuserà la mia bisnonna, ma è storicamente provato che la prima testimonial ufficiale del lavoro a maglia è una tal Kore n.670, statua greca che fa bella mostra nel museo del Partenone ad Atene. Correva più o meno il IV secolo avanti Cristo. La notte dei tempi, praticamente. La signora Kore n.670 vestiva con una certa classe un pull di non difficile realizzazione: costine di tre diritti e tre rovesci e di sette diritti e tre rovesci (e coi numeri allora non si scherzava, visto che il tre e il sette erano universalmente ritenuti magici). Roba da principianti, per intenderci. Sta di fatto che la signora sfoggiava il suo bel maglione negli eventi importanti, le cerimonie sacre: la nostra attuale messa della Domenica. Premesso che quindi la prima sembra essere stata madame Kore, nemmeno Madonna o Lady Gaga sembrano aver nella storia aver avuto il suo seguito. Negli anni ’70, ’80 pullulavano magazine femminili con ogni sorta di istruzioni per fare la maglia. Oggi, li hanno doppiati blog, forum, gruppi su Facebook, Tutorial su You Tube e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la maglia-mania impazza. Del resto Papa Innocenzo IV nel 1254 fu sepolto con guanti di maglia in seta e in filo d’oro. E che dire di Enrico II di Francia, che nel 1533 sposò Caterina de’ Medici, vestendo calze di seta fatte a mano, lavorate con quattro ferri senza cuciture. La maglia è chic, sferruzzare è chic. E se ai giorni nostri una trendyssima vetrina di Corso Como, via supercool della Milano-Bene, sceglie per Natale di mettere in bella mostra due grandi ferri di legno e una maglia in fili dorati tipo quella del sotto-armatura, non si scappa: tricoter va ancora di moda. Di modissima, direbbe mia nonna. E anche la mia amica Elena di Facebook, che fa a mano delle sciarpe glamour da pazzi (http://1.bp.blogspot.com/-oVAi5IwYRLs/Tsgrz0_edoI/AAAAAAAAB-U/NE5ziPfpzsM/s1600/_MG_5894.jpg) così precise da non sembrare fatte a mano. Per Natale, facciamo la maglia. E’ una soluzione anti-crisi, servono solo due mani e due ferri. E la lana, meglio se quella d’Abruzzo (http://blog.newbabyberry.com/2010/12/lana-dabruzzo/) delle pecore Sopravissane: quando la Natura può aiutare la ricostruzione dell’economia di una Terra.