Il barile va di corsa
Dopo l’overdose mediatica di Olimpiadi e Para Olimpiadi, c’è ancora da stupirsi per una gara assolutamente ecologica, che esula dalle classiche discipline sportive: la corsa si fa più difficile, perché non vince chi va più veloce, ma chi dimostra maggiore abilità nel correre accanto a un compagno, spingendo in tandem un barile fino al traguardo. La XXIX edizione del Grappolo d’Oro, organizzata a Chiuro in Valtellina, ha dato del filo da torcere alle squadre scese in campo, in rappresentanza delle undici aziende agricole che si sono lanciate il guanto di sfida. Le botti sono state fatte rotolare su un percorso di gara di un chilometro da periti e addetti agricoli, improvvisatisi atleti per un giorno. I più veloci, Michele Silvestri e Mario Rovedatti, hanno dimostrato di saperci fare non soltanto in qualità di periti agrari in forza alla Caven Camuna dei fratelli Stefano e Simone Nera: hanno sbaragliato i competitors, con una grinta e una determinazione che ha fatto dimenticare che, mentre correvano, stavano anche spingendo una botte. Decisamente orgoglioso dei suoi pupilli, l’allenatore d’eccezione, l’agronomo Stefano Nera il quale, guardando il risultato, ha saputo motivare e portare alla vittoria il suo team.