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Clima – L’Ue chiede di formulare una tabella di marcia

12 febbraio 2009 0 commenti

Parlamento europeo

Parlamento europeo

Con 570 voti favorevoli, 78 contrari e 24 astensioni, il Parlamento ha approvato con diverse modifiche la relazione sulla futura politica integrata dell’UE sul cambiamento climatico stilata dopo 21 mesi di lavori dall’apposita commissione temporanea presieduta dal parlamentare europeo Guido Sacconi.
Il Parlamento sottolinea anzitutto l’urgenza di integrare il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico in tutti i settori e in tutti gli ambiti politici come nuovi elementi chiave, adottando un approccio trasversale e tenendo conto delle cause e delle conseguenze del surriscaldamento globale nella legislazione comunitaria. Anche perché «il cambiamento climatico è più rapido e più grave nei suoi effetti avversi di quanto si potesse pensare».
Incoraggiando la promozione di stili di vita e schemi di consumo in linea con lo sviluppo sostenibile, sottolinea anche la necessità «di prendere decisioni partendo dalla convinzione che siano necessarie e giuste», e «di cogliere l’opportunità straordinaria di forgiare il futuro della società attraverso un’azione strategica».
Sollecita inoltre la Commissione e gli Stati membri dell’Ue «a sostenere l’invito Onu per un "Nuovo Corso Verde" ("Green New Deal")».
Alla luce della crisi finanziaria, inoltre, chiede che gli investimenti per sostenere la crescita economica «lo facciano in modo sostenibile, in particolare, promuovendo le tecnologie verdi». Formula quindi una serie di raccomandazioni di carattere generale e settoriale. Per quanto riguarda le prime, ribadisce l’esigenza di fissare, per l’Ue e gli altri paesi industrializzati in quanto gruppo, un obiettivo a medio termine di ridurre le emissioni di gas serra del 25-40% entro il 2020 e un obiettivo a lungo termine di ridurle almeno dell’80% entro il 2050 rispetto al 1990, mantenendo l’enfasi sulla limitazione dell’aumento della temperatura media globale al massimo a 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
L’Aula ha però respinto un emendamento del Pse che invitava la Commissione a presentare una relazione sulla necessità di introdurre ecotasse ai fini di un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2.
Illustra poi nel dettaglio le misure che occorrerebbe prendere nei campi della politica estera energetica dell’Ue, dell’energia e dei biocombustibili, dell’efficienza energetica, dei trasporti e della logistica, del turismo, dell’agricoltura, delle foreste e della pesca. Raccomanda azioni riguardo al sistema di scambio di quote di emissioni, alla gestione delle risorse idriche e al trattamento dei rifiuti, nonché alla tutela della salute.
Sottolinea il ruolo dell’innovazione, anche per la crescita economica e dell’occupazione, sostiene la promozione delle nuove tecnologie, e propone misure nel settore dell’istruzione, della formazione e della comunicazione. Chiede anche la creazione di una «comunità europea delle energie rinnovabili» esorta il sostegno allo sviluppo di tecnologie di trasporto ecocompatibili, come vetture a idrogeno, elettriche, a pile a combustibile, ibride o a biocarburante.
Per quanto riguarda il finanziamento e le questioni di bilancio, il Parlamento rileva che l’Ue dovrebbe impegnarsi seguendo il principio di solidarietà, sia negli ambiti chiave della ricerca e dello sviluppo di tecnologie per la lotta al cambiamento climatico e dell’aiuto allo sviluppo nel settore del clima sia nel sostegno alle misure di adattamento transnazionali, all’aumento dell’efficienza e all’aiuto nelle catastrofi.
Esorta quindi la Commissione a redigere un inventario di tutti gli strumenti di finanziamento e della loro rilevanza per gli obiettivi europei di protezione del clima, in vista di adeguare le linee del bilancio ai requisiti necessari della politica climatica, e «senza escludere la possibilità di creare nuovi fondi e di attivare pertanto nuove risorse».
Invita inoltre il Consiglio ad affrontare la questione degli stanziamenti specifici inutilizzati, «riorientandoli, se del caso, sulle politiche per il clima ». In materia di energia nucleare, riconoscendo poi i diversi approcci degli Stati membri in materia, il Parlamento sollecita la Commissione «a riservare un’attenzione particolare ai rifiuti nucleari e al loro intero ciclo, allo scopo di migliorare la sicurezza».
Ritiene peraltro che la ricerca sulla fattibilità tecnologica della fusione nucleare nel reattore di ricerca Iter «sia il primo passo per avvicinarsi all’obiettivo di un utilizzo commerciale di questa forma di energia» e sottolinea che il raggiungimento di questo obiettivo «dipende in larga misura dall’erogazione a lungo termine di finanziamenti alla ricerca».
Osserva però che questa nuova fonte energetica potrà fornire «un eventuale contributo al mercato dell’energia solo nel lunghissimo periodo».


Il futuro inizia oggi


Il Parlamento chiede che venga definita un’agenda d’intervento contro il cambiamento climatico per il periodo 2009-2014, con le seguenti modalità d’applicazione:
A livello Ue, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero: condurre dibattiti a livello locale e globale sui provvedimenti per contrastare il cambiamento climatico,
- sviluppare, finanziare e realizzare una «super-rete» in ambito Ue che possa essere accessibile a qualunque tipologia di fornitore di elettricità,
- promuovere e finanziare infrastrutture efficienti di trasporto sostenibile in grado di ridurre le emissioni di carbonio, incluse le tecnologie basate sull’idrogeno e l’alta velocità ferroviaria,
- sviluppare nuove strategie di comunicazione con le quali educare i cittadini fornendo loro incentivi per la riduzione delle emissioni in maniera accessibile, ad esempio sviluppando un’informativa sul contenuto carbonico di prodotti e servizi,
- sviluppare idonei strumenti legislativi che possano incoraggiare i vari settori industriali a condurre la lotta al cambiamento climatico, iniziando con l’esigere trasparenza sulle emissioni di carbonio,
- stabilire legami più forti tra l’agenda di Lisbona, l’agenda sociale e le politiche in materia di cambiamento climatico.

A livello locale e regionale, dovrebbero essere promosse e scambiate le migliori prassi, in particolare per quanto concerne:
- le misure di efficienza energetica volte a contrastare la povertà energetica con l’obiettivo di giungere ad un consumo netto di energia nullo negli edifici privati, commerciali e pubblici,
- il riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, potenziando ad esempio le infrastrutture per i punti di raccolta,
- lo sviluppo di infrastrutture per autovetture a basse emissioni che utilizzano energie rinnovabili e introduzione di incentivi per lo sviluppo di veicoli a emissioni zero adibiti al trasporto pubblico,
- la promozione di una mobilità maggiormente sostenibile nelle città e nelle aree rurali,
- l’adozione e attuazione di interventi di adattamento al cambiamento climatico,
- la promozione della produzione e del consumo di cibo locale e regionale.

I deputati invitano infine i competenti organi del Parlamento europeo a redigere e pubblicare una versione della relazione «destinata al lettore comune», entro tre mesi dalla sua adozione.

(Fonte Arpatnews)