Frane e alluvioni? Ecco perché evitabili
Scrive Massimo Morigi dell’Ispra
Scrive Massimo Morigi dell’Ispra
Pubblichiamo volentieri il commento di Massimo Morigi dell’Ispra ad un recente articolo pubblicato sul disastro ambientale che vive il nostro territorio ogni volta che piove, nevica o c’è siccità. Un disastro tanto più colpevole perché evitabile: infatti abbiamo tutti gli strumenti per non creare danni e morti.
Leggo con piacere ed amarezza i suoi dati e le relative considerazioni. Chi Le scrive ha vissuto i passaggi di potere nel Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e l’attuale Ispra.
Concordo con lei sull’importanza di un DB a livello Nazionale, come quello prodotto dal Cnr-Progetto Avi nel 1980, anche se, essendo stato realizzato con la precisione afferente alla scala 1:250.000, mal si pone per verifiche/monitoraggio di dettaglio; ottimo per analisi statistiche e multitemporali. Di idoneo dettaglio invece quello del rapporto Iffi del 2007.
Lei ricorda giustamente che «non mancano studi aggiornati e che c’è un crescendo», è esatto, ma ritengo che Le sia sfuggito, ma forse è accaduto anche alla Comunità Scientifica ed ai Politici di turno, che dal 2002 al 2004 è stato condotto uno studio, commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale(Dpcn) all’Istituto di Geoscienze e Georisorse, in cui sono state definite, a livello Nazionale, le zone a rischio di frane e alluvioni.
Tale studio poggia i suoi fondamenti su: Modello Digitale del Terreno (Dtm), sviluppo di tecnologia e di telerilevamento mediante sistemi Gis integrati a Gps.
Ma di cosa ha bisogno l’Ente che a scala Nazionale svolge attività di Previsione e Prevenzione, anche per frane e alluvioni?
Se si tratta di un Modello Digitale del Terreno a scala Nazionale, basta consultare i siti indicati: www.TerrainOnDemand.com oppure tramite il partner italiano di Intermap all’indirizzo www.airdata-it.com.
Qualora si volesse verificare/testare il prodotto, per una limitata porzione di territorio, esso viene inviato a titolo gratuito.