«Se il mondo fosse una banca, lo avreste già salvato»
Manifestazione a Berlino
Manifestazione a Berlino
Durante il vertice anti-crisi ospitato oggi dalla cancelleria tedesca, trenta attivisti di Greenpeace hanno accompagnato i leader europei mostrando uno striscione con su scritto «Se il mondo fosse una banca, lo avreste già salvato».
Greenpeace chiede a Berlusconi e agli altri leader europei riuniti oggi a Berlino per i preparativi del prossimo G20, che facciano il massimo per sostenere con urgenza un «New Deal» verde per risolvere sia la crisi economica sia la crisi climatica che minacciano il Pianeta.
«Nel tentativo di salvare l’economia, i nostri leader hanno l’opportunità di sviluppare un piano di stimolo per creare centinaia di migliaia di posti di lavoro verdi per fronteggiare i cambiamenti climatici. Se invece l’Europa sceglierà un futuro energetico sporco e pericoloso, puntando su carbone e nucleare, gli impatti del riscaldamento globale faranno sembrare le difficoltà economiche di oggi insignificanti», afferma Karsten Smid, Greenpeace Climate Campaigner.
La prossima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Copenhagen, a dicembre, sarà un appuntamento storico che non deve essere disatteso. Greenpeace chiede al l’Unione europea di prepararsi a questo appuntamento investendo in una ripresa verde dell’economia, e impegnando circa 35 miliardi di euro all’anno per aiutare le economie in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni di gas serra, proteggere le foreste tropicali e mettere in atto misure di adattamento.
Questa cifra rappresenta la quota europea di un fondo mondiale di 110 miliardi di euro all’anno, da oggi al 2020, che tutti i Paesi industrializzati dovrebbero contribuire a creare per trovare un accordo a Copenhagen [1]. Secondo Greenpeace, i 110 miliardi di euro dovrebbero essere così ripartiti:
- 30 miliardi all’anno per fermare la deforestazione attraverso un fondo apposito [2]
- 40 miliardi all’anno per traghettare i Paesi in via di sviluppo verso un’economia a bassa emissione di carbonio
- 40 miliardi all’anno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici
L’ammontare complessivo non è elevato se si pensa che corrisponde a circa 1,30 euro per ogni cittadino europeo a settimana, pari al costo medio di un giornale o a un biglietto del tram.
«Gli investimenti nella protezione delle foreste e in tecnologie pulite sono quelli più efficaci per ridurre le emissioni di gas serra. O i nostri leader mettono sul piatto questi investimenti, o la crisi economica sarà presto seguita da un disastro ecologico globale a cui seguiranno altre crisi economiche ben peggiori dell’attuale», conclude Karsten Smid, della campagna clima di Greenpeace.
[1] L’UE-27 dovrebbe pagare 35 dei 110 miliardi di euro all’anno, per aiutare i Paesi in via di sviluppo. La quota è stimata sia sulla base delle responsabilità storiche e delle attuali emissioni che sulla capacità di spesa; la quota rimanente deve essere coperta dagli altri Paesi industrializzati.
[2] Fermare la deforestazione ridurrebbe le emissioni globali di gas serra del 20 per cento. Si veda: www.greenpeace.org/forestsforclimate for details on Greenpeacès proposed fund mechanism.
(Fonte Greenpeace)