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Nucleare – Altro errore di Berlusca, dicono i Verdi

24 febbraio 2009 0 commenti

Dopo l’accordo con la Francia

Dopo l’accordo con la Francia

Verdi e ambientalisti contro Berlusconi a poche ore dall’accordo sul nucleare con la Francia.
«Il governo Berlusconi sul nucleare continua a prende lucciole per lanterne ed il rischio è che a pagare per i suoi errori di valutazione siano i cittadini com’è già avvenuto per l’Alitalia. Il nucleare è, infatti, costosissimo sia dal punto di vista economico che sociale e continua ad essere pericolosissimo sia sotto il profilo della radioattività che della proliferazione». Lo ha dichiarato la Portavoce nazionale dei Verdi Grazia Francescato che spiega: «Non è vero il nucleare eviterà i rischi per la sicurezza energetica del nostro Paese perché l’uranio, per le stime delle organizzazioni internazionali, durerà solo per pochi decenni e come tutti sanno non si trova di certo in Italia ed il suo costo è cresciuto a dismisura: nel 2000 un chilogrammo di uranio costava 7 dollari mentre oggi ne costa 120».

«Restano invece certi e pericolosamente attuali - ha concluso la Francescato - i rischi per la salute e per l’ambiente connessi alla radioattività e nessuno tra i tanti sostenitori del nucleare ci dice cosa vuol fare delle scorie radioattive che ancora nessuno al mondo è riuscito a smaltire. Di sicuro la scelta del Governo Berlusconi rischia di avere effetti disastrosi sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili sui quali il nostro Paese, purtroppo, ha smesso di investire».

E proprio sulle rinnovabili incalza l’attacco degli Ecodem. «Oggi il governo firma un accordo con la Francia sul nucleare che conviene solo ai francesi e intanto in queste settimane sta perdendo tempo e occasioni per rilanciare il settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, in campi su cui invece investono tutti gli altri Paesi europei e gli Usa di Barack Obama», ha commentato Francesco Ferrante, dell’esecutivo nazionale Ecodem.

"Mentre è ovviamente comprensibile l’interesse di Sarkozy di trovare nuovi mercati alla sua industria nucleare in difficoltà per mancanza di ordini sufficienti a livello mondiale, non si capisce quale può essere l’interesse italiano nell’importare tecnologia, indirizzare gli investimenti privati in un settore incerto e poco conveniente economicamente come il nucleare e prevedere inevitabilmente, anche se negandolo formalmente, stanziamenti pubblici per sostenere una produzione energetica altrimenti insostenibile».

«Nel frattempo Berlusconi - continua Francesco Ferrante - si è distinto a livello europeo per una battaglia di retroguardia contro il pacchetto clima (il 20 - 20 - 20) ed ha provato a cancellare gli incentivi del 55 per cento per il risparmio energetico nell’edilizia introdotti dal precedente governo Prodi. Lo stesso centrodestra quando si è trattato poi di estendere gli incentivi per gli elettrodomestici, prima non ha specificato che erano destinati solo per quelli ad alta efficienza e successivamente li ha comunque previsti in maniera ridicola solo per coloro che devono ristrutturare la propria abitazione. Senza dimenticare che lo stesso governo ha infine inserito nottetempo un comma nel decreto "Milleproroghe" che ha posticipato di un anno l’obbligo per i regolamenti edilizi comunali di prevedere che i nuovi edifici fossero alimentati almeno in parte da fonti energetiche rinnovabili».