Nucleare – Il Piemonte dice no
Interventi di Bresso, Bairati e de Ruggiero
Interventi di Bresso, Bairati e de Ruggiero
«Non vogliamo nucleare in Piemonte. In un quadro nazionale preoccupante sulle culture energetiche, il Governo dichiara di voler costruire 4 centrali nucleari di quarta generazione con la Francia in progettazione paritetica. Il Piemonte non ci sta e mantiene ferma la sua proposta: investire nelle energie da fonti rinnovabili per sostenere lo sviluppo, rilanciare l’economia, ridurre i consumi, proteggere l’ambiente. Oggi infatti, come dimostrano le scelte fatte da tutti i Paesi avanzati nel mondo, che riducono il nucleare e potenziano ricerca ed energie rinnovabili, le soluzioni sono altre. Il nostro no, lo sottolineiamo, riguarda anche lo scenario economico, non solo quello ambientale. Il Piemonte ha iniziato questo cammino un anno fa, producendo così opportunità di lavoro e miglioramento della qualità del nostro territorio».
Lo hanno dichiarato Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte e Andrea Bairati, assessore regionale all’Energia in merito alle dichiarazioni del Governo sulla questione nucleare.
«Quanto ai presunti risparmi del nucleare - osserva la presidente Bresso - c’è qualcuno che fa male i conti. Se ai costi di produzione si aggiungono quelli per lo smantellamento, che equivalgono almeno a quelli di costruzione e alle spese per i controlli che andranno garantiti per un certo numero di secoli, si vede subito che la convenienza non c’è proprio. Anzi: si trasferiscono alle generazioni future costi enormi e rischi gravi, mentre le energie da fonti rinnovabili assicurano sviluppo per oggi e per domani, contribuendo al tempo stesso a sanare le ferite del passato».
Bairati evidenzia inoltre il tema del rispetto della democrazia: «Il Paese si è già espresso attraverso un referendum: vorremmo capire dal Presidente del Consiglio e dal ministro Scajola come il Governo intende aggirare i risultati di una consultazione popolare. Occorrerebbe tornare a interpellare i cittadini per sapere se hanno cambiato idea o almeno aprire una grande discussione nel Paese. Per quanto riguarda il sito di Trino, restiamo fermi sulle posizioni precedentemente espresse».
«Siamo la Regione italiana - spiega la presidente Bresso - che ha investito di più in energia pulita: oltre 300 milioni di Euro fino al 2013. La cultura energetica del Paese è approssimativa, dobbiamo fare uno sforzo collettivo per incidere nelle culture formative e di ricerca, costruendo un pacchetto di strumenti culturalmente adeguato agli obiettivi delle sfide che ci siamo proposti. La criticità dell’insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, la difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, la connessione tra nucleare civile e militare e l’aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri sono argomenti a cui il Governo non ha mai dato risposte chiare».
«Il Piemonte - sottolinea Bairati - ha lanciato questa sfida nel giugno scorso con il programma Uniamo le energie. In un anno sono stati realizzati i primi interventi di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili con una ricaduta sul patrimonio edilizio pubblico del nostro territorio e attivati tre bandi per il risparmio dei consumi energetici e per la produzione di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi. Inoltre abbiamo firmato un accordo con Enel per ridurre le emissioni di gas effetto serra, potenziando la produzione di energia idroelettrica, eolica e fotovoltaica, e uno con la Regione Puglia per la cooperazione e la piena condivisione degli obiettivi nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Infine, abbiamo avviato un programma di ricerca sui biocarburanti con il gruppo piemontese Mossi & Ghisolfi e il Politecnico di Torino, per la realizzazione nel Tortonese di un impianto per la distillazione su scala industriale di biocarburanti».
«Investire sulle energie rinnovabili è un grande progetto non solo per il futuro del Piemonte ma dell’intero Paese - concludono Bresso e Bairati -. Non esistono soluzioni semplici a una questione tanto complessa, ma molti segmenti di soluzioni possibili. Una di queste è dare impulso alla ricerca, investire sui nostri cervelli, che rappresentano una fonte energetica rinnovabile tra le più preziose. Attualmente il Piemonte importa 9 milioni di euro di fonti fossili - tutta l’Italia ne importa 70 milioni - e l’89% dell’energia che utilizza. Ogni miliardo che riusciremo a trasferire su fonti rinnovabili ci darà non solo energia pulita e un ambiente migliore in cui vivere, ma anche opportunità di lavoro per le nostre imprese, quindi per l’intero territorio. Raggiungere una maggiore indipendenza energetica dal petrolio è possibile se il progetto che sta alla base di questa sfida è forte e condiviso da tutti: istituzioni, mondo economico, cittadini».
«Penso che prima di parlare di una nuova stagione nucleare in Italia, che riteniamo obsoleta, pericolosa e improponibile, sia opportuno che il Piemonte venga definitivamente liberato dalle scorie radioattive che conserva ancora nel suo territorio. Il Piemonte ha pagato sinora un prezzo salatissimo», ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Nicola de Ruggiero.
«Le vie del risparmio energetico, della salvaguardia dell’ambiente, del ritorno del clima ad una situazione ottimale - aggiunge - passano attraverso una scelta di sobrietà, di stili di vita che si adeguino ad un minore consumo con l’adozione di buone pratiche quotidiane, che privilegino un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili. "Uniamo le Energie", la sfida lanciata dalla Presidente Mercedes Bresso nel 2008, che fa propri gli obiettivi dell’Ue in materia (-20% di utilizzo di energie di origine fossile, -20% di emissioni di gas serra, +20% di produzione di energie rinnovabili), da realizzarsi entro il 2020, va avanti».
(Fonte Regione Piemonte)