Clima – L’Amazzonia rischia di scomparire
Effetti di nuovi dati
Effetti di nuovi dati
Destino irreversibile, quello dell’Amazzonia. Nuovi dati provenienti dall’analisi delle osservazioni satellitari (che hanno coinvolto prevalentemente i satelliti della Nasa Terra e Aqua) hanno consentito per la prima volta una mappatura precisa della capacità della foresta di assorbire o rilasciare carbonio.
L’innalzamento delle temperature globali, anche di pochi gradi, minaccia di uccidere circa un terzo degli alberi. Le misure discusse dai politici sono tutte troppo blande. L’85 per cento della foresta potrebbe essere distrutta dalla spirale di emissioni di carbonio, causate dalla distruzione stessa della foresta. Ma anche nel caso dello scenario più ottimista, si tratta di una distruzione irreversibile.
«Gli impatti del cambiamento climatico sull’Amazzonia sono ben peggiori di quanto previsto - ha spiegato Vicky Pope, del Met Officès Hadley Centre -. Il rapido innalzamento delle temperature nel prossimo secolo causerà all’Amazzonia danni difficili da prevedere, ma stiamo ammassando problemi per il futuro».
«Quando ero bambino pensavo che le foreste fossero minacciate dall’abbattimento di alberi. Ma ora sembra che sarà il cambiamento climatico ad assestare il colpo finale», è il commento di Tim Lenton, esperto di clima dell’Università di East Anglia.
Pubblicato dalla rivista scientifica «Nature Geoscience», e patrocinato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e l’Organizzazione del Trattato di cooperazione amazzonica (Acto), lo studio Prospettive ambientali in Amazzonia si basa su modelli digitali per studiare il modo con cui l’Amazzonia reagirà all’incremento delle temperature previsto per i prossimi anni.
Quello che gli scienziati descrivono è una sorta di circolo vizioso. L’innalzamento delle temperature accelera la crescita degli alberi, ma anche la loro mortalità, e la più rapida decomposizione diminuisce la capacità di sequestrare carbonio nella biomassa e nel suolo. Al tempo stesso il crollo delle precipitazioni e l’aumento della siccità aumenterà il numero degli incendi, e ne renderà più difficile il controllo. E sul suolo arido, non ricresceranno più alberi.
Si tratta di effetti già studiati in passato, ma è la prima volta che vengono quantificati gli effetti sul lungo periodo. E i risultati sono preoccupanti: con un innalzamento delle temperature di due gradi rispetto al livello pre-industriale (ipotesi più che ottimista) nel migliore dei casi un 20-40 per cento dell’Amazzonia sarà destinata a perire entro i prossimi cento anni. A tre gradi la percentuale sale al 75 per cento di distruzione, per effetto della crescente siccità. 4 gradi significherebbero una perdita dell’85 per cento. «La foresta che conosciamo non ci sarà più», ha concluso Pope.
Nel bacino amazzonico circola un quinto dell’acqua dolce del pianeta: tra i 12mila e i 16mila km cubici di acqua l’anno, di cui il 40 per cento scorre lungo i fiumi e il restante 60 per cento viene restituito all’atmosfera dalle foreste, e assicura piogge e acqua dolce a tutta l’America del Sud.
(Fonte salvaleforeste.it)