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Ricerca e impresa – Nasce Bionetwork

12 maggio 2009 0 commenti

La Sardegna capofila del progetto

La Sardegna capofila del progetto

Con Bionetwork, 5,5 milioni di euro saranno cofinanziati da Unione europea e ministero dell’Università: 270mila euro in borse di studio per giovani laureati; informazioni e servizi per le piccole e medie imprese, chiamate anche a indirizzare la ricerca tecnologica con le loro richieste; più di 50 soci tra enti pubblici e privati.
«Bionetwork» è un gigantesco laboratorio integrato, con competenze e strumenti di ultima generazione sparsi nelle regioni del Mezzogiorno. A guidarli, la Sardegna. E in particolare Sassari grazie al consorzio .
È stata presentata la nuova realtà che unisce ricerca universitaria e imprese. Bionetwork si occupa di biologie avanzate (o biotecnologie) e si inserisce nella [URL=www.ponricerca.miur.it/Public/PonRicerca/F1280/F1280.aspx?xmlFile=dettaglioAvviso1854.xml]Rete dei Centri di Competenza Tecnologica
voluti dal ministero dell’Università e della Ricerca nel 2006.
Dopo la fase di allestimento, da giugno Bionetwork camminerà con le sue gambe. Un risultato raggiunto in meno di due anni.
«Si è lavorato sodo e in tempi brevi — ha affermato Viviana Guglielmi, rappresentante del Miur —. Il successo è frutto del forte spirito di squadra che ha animato amministrazione centrale e Regione. Questa volta il Mezzogiorno non è all’inseguimento del progresso del Nord. Anzi: la Sardegna ha agito da precursore». Fabio Tore e Giampiero Lavena dell’assessorato Regionale alla Programmazione hanno ricordato i termini in cui la Regione Sardegna ha creduto al progetto: un investimento di 17 milioni di euro per l’innovazione e la ricerca. E 5 di questi sono dedicati espressamente alla fidelizzazione delle imprese.

Il progetto

L’obiettivo è creare finalmente l’anello mancante fra ricerca e realtà imprenditoriali. Nell’incontro (presieduto dal general manager Mario Pani) lo ha spiegato il presidente di Biosistema, Bruno Masala, docente di Biochimica nell’Università di Sassari: «Le piccole e medie imprese — ha detto — spesso non hanno modo di fare ricerca per essere competitive sul mercato globale. Ed è in campo accademico che prende forma la vera innovazione tecnologica».
Lo studio mira dunque a creare servizi utili ai piccoli imprenditori come alle grandi realtà chimico-farmaceutiche. Dalle ricerche sui vaccini alle informazioni per accedere ai finanziamenti europei, l’offerta di Bionetwork copre un campo vastissimo. «Siamo già in grado di fornire l’80% dei servizi previsti» assicura Amedeo Columbano, responsabile scientifico. «Per il restante 20% basteranno i prossimi tre mesi».

Il laboratorio integrato

La maggior parte della spesa è servita per i macchinari e le tecnologie, scelte e acquistate con un principio preciso, come ha spiegato la vice presidente di Biosistema, Maria Svelto: evitare i doppioni nella rete, puntare sull’innovazione e fare in modo che in ogni centro di ricerca il nuovo strumento fornisse davvero un valore aggiunto. «Quando ho accettato il ruolo di responsabile scientifico del progetto — ha rivelato Mario Pirastu, già direttore dell’istituto di genetica delle popolazioni del Cnr — ho visto con i miei occhi una mole di strumentazione che qualunque ricercatore americano sarebbe felice di avere. E tutti questi macchinari innovativi sono accompagnati da grandi competenze».
La risorsa principale sta proprio nelle menti dei ricercatori, vere eccellenze locali. Inoltre 270mila euro hanno finanziato borse di studio per 33 giovani laureati, che sono già al lavoro in diverse imprese del sud Italia.

Il consorzio

Bionetwork conta più di 50 soci tra enti pubblici e privati. Non solo università ma anche centri di valore indiscusso come l’Enea o il Cnr. E, ovviamente, le imprese. «Non si tratta di fare concorrenza — ha chiarito Antonfranco Temussi, responsabile amministrativo di Bionetwork — ma piuttosto di collaborare. La dimensione di società consortile e la struttura snella permettono di gestire bene il progetto senza la lentezza della burocrazia».

La Rete dei Centri

La Rete dei Centri di Competenza Tecnologica (Cct) nasce con l’avviso 1854/2006 emanato dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Pon 2000-2006. Le regioni interessate sono Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sono soci tutte le Università delle Regioni, i principali centri di ricerca pubblici e privati e le imprese. Ognuna è capofila («nodo principale») di un settore specifico (communication technology, trasporti, rischio ambientale e tecnologie alimentari, oltre alle biologie avanzate) e ha in tutti gli altri territori i suoi nodi secondari. Così tutte le regioni contribuiscono alla ricerca di ogni singolo settore, mettendo costantemente in rete materiali e risorse tecnologiche. Lo stesso vale per gli sportelli al pubblico, aperti in ogni sede e per ogni settore di ricerca.

(Fonte Biosistema S.c. a r. l., Piazza università 21, c/o Università degli Studi di Sassari, tel 079 228999 - fax 079 228931 - www.biosistema.org - biosistema@uniss.it)