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Le lane minerali un materiale sicuro e environment friendly

19 maggio 2009 0 commenti

Approfondimento sulla Normativa

Approfondimento sulla Normativa

Oggi al Senato la Fivra (Fabbriche isolanti vetro e roccia associate), per la prima volta coinvolge le istituzioni e gli addetti ai lavori per approfondire e fare chiarezza sulla normativa in vigore in materia di lane minerali. «Riteniamo che sia di fondamentale importanza, per il comparto isolamento, accreditare l’Associazione presso le Istituzioni, in ragione delle criticità che i produttori di lane minerali in Italia e in Europa si sono trovati ad affrontare nel corso degli anni», afferma Paolo Ferro, Presidente dell’Associazione.
Le lane minerali sono materiali environment friendly per l’alto potere isolante che consente forti riduzioni di emissioni di CO2 nell’aria e tra i più sicuri in caso di incendio. Infatti la loro composizione garantisce la sicurezza e il rispetto di molti dei requisiti essenziali previsti dalla Direttiva Prodotti da costruzione 89/106 tra cui sicurezza in caso di incendio, igiene, rispetto per la salute e l’ambiente, sicurezza nell’impiego, protezione contro il rumore nonché risparmio energetico.
«È importante conoscere in modo approfondito i benefici delle lane minerali, in termini di isolamento termico ma soprattutto per l’isolamento acustico e per le proprietà di sicurezza che possono offrire in caso d’incendio — afferma il Senatore Stefano De Lillo, membro della Commissione igiene e sanità del Senato —. Solo così sarà possibile fare chiarezza nelle applicazioni delle disposizioni sanitarie tra normative comunitarie, nazionali e regionali. Bisogna tutelare gli ambienti di vita dei cittadini con norme certe, non interpretabili. Ed in questo il ruolo delle Asl e degli organismi regionali preposti è fondamentale. Il confort termico e quello acustico sono troppo spesso sottovalutati e tralasciati nelle azioni di sostegno e di prevenzione ai cittadini».

Il settore dell’isolamento rappresenta in Italia un comparto ad alto potenziale di crescita e sviluppo: il nostro Paese, infatti, occupa gli ultimi posti in Europa per l’isolamento degli edifici.
Il patrimonio edilizio italiano è costituito per oltre l’80% da edifici costruiti prima dell’applicazione della Legge 10/91, con scarsa attenzione dunque all’efficienza e al risparmio energetico. Prevedere un buon isolamento dell’involucro, in fase di costruzione, può incidere sui costi di circa il 3/5%, consentendo però un risparmio fino al 70%-80%.
Gli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto, confermati ed ampliati di recente nell’accordo di Copenaghen, richiedono un nuovo approccio nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni edilizie, ponendo al centro dell’attenzione l’efficienza e la sostenibilità. Lo scarso isolamento degli edifici è responsabile in Europa e anche in Italia di circa il 40% dell’energia impiegata al pari del settore trasporti, ciò significa che circa l’80% dell’inquinamento è dovuto a trasporti e riscaldamento degli edifici. Secondo uno studio condotto da Eurima (European insulation manufacturers association) si stima che un intervento a livello europeo consentirebbe con un risparmio energetico pari a 270 miliardi di euro all’anno e una riduzione del consumo di petrolio pari a 3,3 milioni di barili al giorno, oltre che alla creazione di circa 530.000 nuovi posti di lavoro.

«La possibilità di ampliare le cubature definite dal Governo nel "Piano casa" è vincolata, anzi premiata, a fronte di una maggiore attenzione all’efficienza energetica — afferma il Senatore Cesare Cursi, Presidente della commissione industria del Senato —. Dobbiamo superare i pregiudizi e considerare anche il vantaggio in termini di sviluppo economico diffuso che le politiche virtuose potrebbero avere nel comparto produttivo di riferimento ovvero: la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della produzione, ma anche in quello della distribuzione e non ultimo in quello delle imprese di costruzione. È necessario adeguare gran parte dell’Industria e della produzione contemporanea verso i criteri dell’efficienza e del risparmio energetico, non soltanto per le evidenti ricadute sul benessere ambientale ma anche come nuovo impulso alla ripresa economica ed alla creazione di nuovi posti di lavoro». Basta guardare solo Oltralpe per cogliere le differenze.
In Francia il mercato dell’isolamento è pari a 6 volte quello italiano e il 70% del materiale utilizzato è costituito da lane minerali.

Nel nostro Paese, invece, le lane minerali sono state penalizzate a causa della scarsa informazione sia dagli operatori del mercato, sia dalle istituzioni locali, e dagli enti pubblici e privati. Le accuse di pericolosità per l’uomo hanno dato origine a pregiudizi difficili da estirpare, nonostante che tutte le ricerche scientifiche realizzate abbiano dimostrato che le lane minerali non hanno alcun effetto negativo sulla salute.
Una delle ultime conferme viene dall’International agency for research on cancer che nel 2001 ha classificato le lane minerali (lana di vetro, lana di roccia) nel Gruppo 3 (non classificabili per quanto riguarda la cancerogenicità rispetto all’uomo).
Nei primi mesi di quest’anno inoltre è avvenuta la cancellazione della frase di rischio R38 ossia «irritanti per la pelle» in riferimento alle lane minerali nella classificazione dei materiali pericolosi riportata dalla Direttiva 67/548/CEE.

Le lane minerali vengono dunque declassificate in quanto non irritanti poiché la definizione «irritante» viene applicata ai materiali ritenuti corrosivi o che possano in qualche modo provocare reazioni infiammatorie in ragione della propria consistenza chimica.
Grazie alle alte proprietà di isolamento termico e acustico, l’utilizzo delle lane minerali rappresenta pertanto la soluzione di riferimento nell’edilizia pubblica e privata, non solo dal punto di vista strutturale, e della sicurezza, ma anche per contribuire in modo significativo allo sviluppo del risparmio energetico del nostro Paese.

(Fonte Weber shandwick Italia)