A Terra Futura la sostenibilità diventa progetti
Dal 29 al 31 maggio
Dal 29 al 31 maggio
Una casa «ecologica» che risponde a tutte le regole del risparmio energetico e dell’ecocompatibilità, la prima linea bio, equo e solidale di intimo, articoli di cartoleria realizzati in cacca di elefante, la prima «cola» con ingredienti del commercio equo certificati FairTrade, il «panpiatto» commestibile all’aloe vera, la birra prodotta utilizzando esclusivamente energie rinnovabili, il forno solare per la cottura dei cibi; ma anche proposte di viaggi e di turismo per la prossima estate, le reti dei Gas-gruppi di acquisto solidale e quella delle fattorie sociali, le esperienze di cohousing, prodotti bancari di risparmio e di investimento etici
Tutto questo e molto altro ancora alla sesta edizione di Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, che torna alla Fortezza da Basso di Firenze da venerdì 29 a domenica 31 maggio. Prodotti e progetti nati in questi anni in Italia e nel mondo, esperienze e realtà cresciute e diffuse di un’economia etica e sostenibile che, dati alla mano, dimostra una buona capacità di tenuta anche in questa crisi. Una crisi che ben oltre la dimensione economica e finanziaria tocca anche quelle ambientale e sociale, e si conferma come l’unica alternativa possibile non solo per uscirne ma pure per evitare di ricaderci dal giorno dopo. Abitare, produrre, coltivare agire e governare in modo più equo e sostenibile per tutti è possibile, nel rispetto dell’uomo, dei popoli e dell’ambiente.
Promossa e organizzata da Fondazione culturale Responsabilità Etica per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Etica Sgr, Rivista «Valori»), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., in partnership con Acli, Arci, Caritas italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente, Terra Futura diventa oggi più che mai un momento di fondamentale importanza e attualità. Perché vuole far conoscere e valorizzare un’economia reale e non di carta che ha tutti «i numeri» per essere l’alternativa, la strada lungo la quale dirigere il cambio di rotta necessario e richiesto dall’intero sistema in crisi, a livello locale e globale.
Solo per fare alcuni esempi, in un solo anno sono aumentati di 1,5 milioni gli ettari di terra coltivati nel mondo con metodi di agricoltura biologica: 32 milioni complessivi per 1,2 milioni di produttori, secondo l’ultimo rapporto congiunto Ifoam/Fibl (2009, su dati 2007). Crescono i prodotti e le aziende certificate dal punto di vista bio ed ecosostenibili, e crescono anche i fatturati dei relativi settori: non solo per quello del food (agricoltura biologica), ma anche per il no food, in particolare per la cosmesi e per il tessile. Il solo Icea-Istituto di certificazione etica e ambientale leader in Italia, conta oggi oltre 12.000 aziende in Italia, con un incremento del 68% dal 2007 al 2008 per le sole realtà no food: + 39% per la cosmesi, + 190% per il tessile infine + 24% per l’edilizia.
E sono anche le vendite dei prodotti del commercio equo solidale a registrare notevoli risultati: quelli a marchio Fairtrade hanno toccato il +20% in Italia, dove le vendite a valore sono stimate in 43,5 milioni di euro nel 2008 contro i 39 milioni del 2007 (fonte Globescan). Cresce anche la percentuale di prodotto bio sul totale: circa metà delle referenze Fairtrade hanno anche la certificazione bio, a conferma di un’associazione spontanea tra responsabilità sociale e ambientale.
E ancora, in ambito di finanza e risparmio, oggi Banca Etica, nata quasi come un’utopia dieci anni fa, ha una raccolta di risparmio che supera i 580 milioni di euro, cui si aggiungono gli oltre 230 milioni di euro di patrimonio affidato alla società di gestione del risparmio, Etica sgr.
Infine, anche il settore del turismo responsabile potrebbe avere interessanti prospettive di sviluppo se adeguatamente sostenuto, considerato che (secondo i dati di un’indagine che sarà presentata proprio a Terra Futura venerdì), la maggior parte degli intervistati che dice di sapere di cosa si tratta (ossia oltre la metà del campione di italiani) si dichiara disponibile a farne esperienza.
Crescite che con ogni evidenzia sono lo specchio di una consapevolezza nuova dei cittadini e dei consumatori. Oggi sempre più interessati a spendere e a scegliere in modo accorto e critico, con un occhio al portafoglio ma anche con sensibilità più attenta all’ambiente e ai diritti, e a sperimentare servizi collettivi.
Fa il suo esordio a Terra Futura «Mercatopoli», il network dei mercatini dell’usato. E anche i Gas, gruppi di acquisto solidale che in questi anni hanno visto crescere la loro rete e il numero di associati, saranno alla Fortezza da Basso, insieme a chi vuole raccontare o cerca esperienze di cohousing, di mobilità sostenibile attraverso il car sharing (ossia la condivisione di proprietà di un’auto) o il car pooling (la condivisione degli oneri del viaggio).
Un vivere diverso anche dal punto di vista sociale, che se sul locale valorizza il senso della comunità e la forza della solidarietà, e in una dimensione più ampia significa anche accoglienza, integrazione, dialogo. Ecco la storia dell’asilo multiculturale gestito insieme da mamme italiane di diversa nazionalità, o il primo blog che metterà in contatto ragazzi italiani, palestinesi e israeliani il cui primo collegamento avverrà proprio a Terra Futura.
Da un lato cittadini e consumatori consapevoli e nuovi stili di vita, dall’altro produttori responsabili e sostenibili: dai pannelli fotovoltaici ai materiali per l’arredo e la costruzione di abitazioni ecosostenibili, dai veicoli elettrici per una mobilità sostenibile, fino alle nuove frontiere della chimica verde, dai biopolimeri ai biocombustibili, dai biocarburanti ai biolubrificanti, dai fitofarmaci ai coloranti naturali, alle fibre vegetali
Un «mercato», quello dell’economia green, che a Terra Futura vede la prima Borsa delle imprese responsabili, con incontri one to one e workshop tematici per far incontrare domanda e offerta.
E ancora aziende eticamente orientate che hanno scelto la responsabilità sociale di impresa e magari (ben oltre le norme di legge o le generiche «linee guida») l’hanno pure certificata con i marchi etici e ambientali o con Valore sociale, il primo marchio di certificazione socioambientale nato dalle organizzazioni non profit. A Terra Futura si parlerà di Rsi anche come fattore rilevante per affrontare l’attuale crisi sui territori locali.
Presenti a Firenze anche esperienze di governo di realtà «virtuose» della Pubblica Amministrazione che sono impegnate a promuovere una nuova cultura presso i cittadini e hanno fatto degli «acquisti verdi» la propria scelta di spesa, magari puntando al risparmio e a un consumo consapevole di acqua ed energia o addirittura alle fonti rinnovabili. Un ruolo importante quello degli enti locali, considerando che se il 30% degli acquisti della PA italiana (che oggi ammontano a 130 miliardi di euro l’anno, pari al 17% del Pil) fosse convertito in acquisti verdi (come indicato dalla Commissione europea quale obiettivo da raggiungere entro il 2009) si «mobiliterebbero» 40 miliardi di euro l’anno con evidenti notevoli effetti di incentivo sull’economia sostenibile.
Per programma culturale e approfondimenti www.terrafutura.it.