Flock the Dodos: darwiniani contro anti-evoluzionisti
CINEMAMBIENTE
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La scienza, si sa, molto spesso rimane ai margini della vita quotidiana perché non riesce a trovare le parole giuste per comunicare e convincere il pubblico. È questa la sottile denuncia che Randy Olson, biologo e regista, fa nel suo «Flock the Dodos», un documentario d’inchiesta in cui ironia e approfondimento si coniugano attraverso animazione e grafica d’effetto.
Ad un tavolo verde siedono otto dodo/scienziati evoluzionisti che giocano una simbolica partita a poker scommettendo sulla valenza delle proprie teorie contro le tesi dei creazionisti, nello specifico della corrente americana dell’Intelligent Design, secondo cui l’evoluzione da sola non può spiegare lo sviluppo degli organismi senza tener conto della presenza di una «forza» esterna alla natura.
I dodo del titolo, specie di uccelli originari delle Mauritius e ormai estinti a causa del disboscamento e dell’introduzione di nuove specie animali, sono proprio gli scienziati evoluzionisti. Come i loro alter ego cinematografici, questi testoni (dodo in inglese significa proprio «testone») rischiano l’estinzione se non dovessero riuscire ad adeguarsi alla situazione odierna e a trovare il giusto canale di comunicazione per le loro teorie, mettendo da parte la loro testardaggine.
Un film dai toni umoristici sul dibattito evoluzionista che, a duecento anni dalla nascita di Darwin e a centocinquanta dalla pubblicazione del volume «Sull’origine della specie per mezzo della selezione naturale», resta sempre di grande attualità.
(Anna Liberti)