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Preliminari per il post-Kyoto

5 giugno 2009 0 commenti

Conferenza internazionale Unfccc/kp dall’1 al 12 giugno a Bonn

Conferenza internazionale Unfccc/kp dall’1 al 12 giugno a Bonn

Dal primo giugno a Bonn (Germania) si stanno svolgendo le Unfccc/kp, le sessioni di tutti gli organi sussidiari della Convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici (United nations framework convention on climate change, Unfccc) e del Protocollo di Kyoto che proseguiranno fino al 12 giugno.
Presenti oltre 4.000 delegati di 182 Paesi in rappresentanza di industria, imprese, organizzazioni ambientaliste ed istituti di ricerca.
Le sessioni negoziali comprendono:

• la 6a sessione dell’Awg-Lca, «Gruppo di lavoro ad hoc sull’azione cooperativa di lungo termine» (Ad hoc working group on long-term cooperative action, Awg-Lca) della Convenzione.

Questa sessione fu istituita dalla 13a Conferenza delle Parti dell’Unfccc a Bali nel dicembre 2007, con il «Piano d’Azione di Bali»(Bali action plan, Bap), con l’obiettivo di ottenere precisi risultati entro la fine del 2009 per una cooperazione a lungo termine tra le Parti, da oggi e fino ad oltre il 2012 per giungere ad un accordo su un nuovo trattato internazionale sul clima per il periodo successivo al 2012, quando terminerà il periodo di impegni del Protocollo di Kyoto e dovrà nascere un post-Kyoto. Il gruppo di lavoro dovrebbe presentarne gli esiti degli incontri alla prossima e imminente Conferenza Internazionale sul Cambiamento climatico che si terrà a Copenaghen il prossimo dicembre (Unfccc/Kp Cop15 e Cop/Mop5 dal 7 al 18).
Nel 2009 l’Awg-lca è entrato in piena fase negoziale, organizzando di conseguenza il proprio programma di lavoro, portando avanti le negoziazioni su tutti gli elementi «chiave» del Bap quali: riduzione delle emissioni, riduzione delle deforestazioni, adattamento al cambiamento climatico, trasferimento delle tecnologie e mobilitazione dei finanziamenti per contrastare il cambiamento climatico. Il Presidente del gruppo ha preparato un testo negoziale che intende fornire un punto di partenza per le negoziazioni in atto ora a Bonn in cui sono schematizzate le recenti idee e le proposte inviate dalle Parti entro lo scorso 5 maggio e quelle inviate in precedenza, della precedente sessione.
È la prima volta che un vero e proprio testo negoziale potrà servire come base ai Governi per giungere ad un accordo duraturo, al prossimo Unfccc.

• L’8a sessione dell’Awg-Kp, «Gruppo di lavoro ad hoc sugli ulteriori impegni per i Paesi inclusi nell’Allegato I che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto» (ad hoc working group on further commitments for annex i parties under the kyoto protocol, Awg-Kp) del Protocollo di Kyoto.

L’Awg-kp è stata istituita dalla 1a conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (Conference of parties servine as meeting of parties to the Kyoto protocol, Cop/Mop), a Montreal nel dicembre 2005, per considerare gli impegni futuri dei Paesi industrializzati che hanno ratificato il Protocollo, e da allora si concentra sulle modifiche degli impegni di riduzione delle emissioni di 37 Paesi industrializzati per la fase del post-Kyoto che inizierà dopo il 2012.
Tali impegni mireranno a quantificare la limitazione e/o riduzione delle emissioni di gas serra (Quantified emission limitation and reduction objectives, Qelro), come stabilito dal gruppo a Poznań (durante l’ultima Conferenza delle parti,Cop14, dicembre 2008).
Il Presidente dell’Awg-kp, ha rilevato che gli obiettivi proposti individualmente dai Paesi industrializzati sono molto diversi da quelli avanzati dai Paesi in via di sviluppo. L’importante è comunque giungere a concordare su quanto raccomandato dalla scienza, e cioè accettare l’intervallo di riduzione del 25/40%.
I lavori dovrebbero comunque terminare prima della prossima Cop15.
Per questa sessione dell’Awg-kp, in atto ora a Bonn, il Presidente del gruppo, ha in programma di rivedere e approfondire altri aspetti relativi ad ulteriori impegni di riduzione delle emissioni di gas serra per i Paesi industrializzati, già stabiliti nella precedente sessione. L’obiettivo del gruppo è quello di sviluppare un testo più avanzato per la prossima sessione e un ulteriore testo per Copenaghen in cui verranno esaminati i seguenti punti:
• possibili miglioramenti del sistema di scambio delle quote di emissione di gas serra (Emission trading scheme, Ets) e dei meccanismi basati su progetto del Protocollo di Kyoto;
• definire le modalità, le regole e le linee guida per il trattamento dell’uso del suolo, e variazioni di uso del suolo e foreste (land-use, land-use change and forestry, Lulucf);
• definire i settori e le categorie delle fonti dei gas serra, le metriche comuni alternative per il calcolo delle tonnellate equivalenti di CO2 dei gas serra, gli approcci settoriali alla riduzione delle emissioni di gas serra.

• La 30a sessione degli Sb, organi sussidiari per il supporto scientifico e tecnologico (Subsidiary body for scientific and technological advice, Sbsta) e per l’attuazione (Subsidiary body for implementation, Sbi).

La Sbsta è l’interfaccia tra il processo politico dell’Unfccc e la comunità scientifica. Si tratta di un gruppo di lavoro del «Nairobi work programme» su impatti, vulnerabilità ed adattamento al cambiamento climatico.
Gli altri temi presi in considerazione sono: sviluppo e trasferimento di tecnologie, riduzione delle emissioni provocate dalla deforestazione nei Paesi in via di sviluppo e le questioni metodologiche del Protocollo di Kyoto per trovare un accordo sulle modalità di calcolo delle tonnellate equivalenti di CO2 rispetto alle emissioni di gas serra.
L’Sbi invece è un organo sussidiario per l’attuazione sia della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici che del Protocollo di Kyoto.
Come la Sbsta, lo Sbi non si occupa solo dei problemi del post-Kyoto, ma anche dell’attuazione degli accordi già sottoscritti prima del 2012.

A Bonn si discute di sviluppo e trasferimento di tecnologie e del potenziamento delle capacità dei Paesi in via di sviluppo per far fronte al global warming.
Queste sessioni quindi sono di notevole importanza per le finalità a cui porteranno in preparazione della Conferenza internazionale sul cambiamento climatico che si terrà a Copenaghen tra soli sei mesi.
Importanti soprattutto perché in questi giorni i delegati dei Paesi presenti potranno discutere i primi veri testi negoziali, preparati dai Presidenti dei rispettivi Gruppi di lavoro, tenendo conto degli esiti delle precedenti sessioni e delle recenti idee proposte e presentate dalle singole Parti.
Importanti anche perché ci sarà la presenza degli Usa che durante l’Unfccc, tenutasi a Bali nel 2007 all’ultimo minuto ha firmato la «Road Map di Bali», per poter entrare nella lotta contro il riscaldamento globale e poter avviare un processo di negoziati della durata di due anni a partire dal 2009 per firmare durante la Cop15 (a Copenaghen) un accordo per la creazione di un nuovo trattato post 2012.
La firma da parte degli Usa ha portato ad un compromesso importante, quello della cancellazione, dal testo finale della Roadmap, delle cifre dei tagli alle emissioni dei gas serra del 25/40% entro il 2020 rispetto ai valori relativi al 1990, già indicati precedentemente, e la richiesta di coinvolgere anche Cina e India (ad oggi fuori dagli obblighi del Kyoto 2008/2012) nella prossima Conferenza internazionale.

In questi dodici giorni i Governi possono e devono confrontarsi sugli impegni di riduzione delle emissioni dei gas serra dopo il 2012, evidenziando i punti di accordo e discutere su quelli dove l’accordo non è stato ancora raggiunto e raggiungerlo, come ha chiesto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Cosi possono essere evitati problemi nei documenti che verranno presentati a Copenaghen, dove il punto chiave sarà firmare il nuovo accordo Internazionale sulla riduzione delle emissioni dei gas serra raggiungendo cosi un «post-Kyoto».
La Conferenza Internazionale di dicembre segnerà un nuovo punto di partenza per la salvaguardia della vita sulla terra e non solo. Il trattato che verrà firmato si preannuncia già come un accordo ambizioso ma difficile e delicato,che deve essere efficace in quanto i Governi dovranno stabilire le azioni da attuare rispettando il principio della «responsabilità» e dell’«equità» proprie del Protocollo in quanto ci sono Paesi che hanno inquinato di più e inquinano di più e Paesi che hanno inquinato di meno e inquinano di meno.
Lo spirito ideale sarebbe quello di mettere da parte gli interessi delle singole Parti e porsi con un atteggiamento collaborativo e costruttivo per arrivare alla firma del nuovo trattato da parte di tutti i Paesi.

(Stefania Petraccone)