Nucleare – Potè più il denaro che l’ambiente
Le dichiarazioni di Tremonti
Le dichiarazioni di Tremonti
Stop al nucleare perché manca la copertura finanziaria. È questo il mondo che aspetta i nostri figli. Una società rigidamente legata alla vecchia logica economica che prescinde dai valori, dall’etica e dalla sostenibilità. E meno male che Tremonti, all’inizio della crisi finanziaria, aveva auspicato nuove regole
forse sempre nello stesso solco con qualche controllo in più.
Certo non spetta al Tesoro un discorso ideologico ma che deserto (anche dei giornali ambientali) nel commentare la notizia.
Che il nucleare fosse caro lo avevano detto in tutte le maniere Verdi e ambientalisti, però a loro non si poteva dare ragione
Lo ha sostenuto recentemente anche un rapporto del Massachusetts Institute of Technology di Boston (Mit).
«Il documento del Mit - fa notare Francesco Ferrante, dell’esecutivo nazionale degli Ecologisti Democratici - sottolinea infatti che, nonostante l’attenzione sul tema sia cresciuta e nuove politiche di rilancio siano state annunciate in molti paesi, lo sviluppo del nucleare è in calo a livello globale. Ad eccezione dell’Asia, e in particolare di Cina India e Corea, esistono infatti pochi progetti concreti».
«Negli Stati Uniti - continua Francesco Ferrante citando il rapporto Mit - non vi è attualmente alcun cantiere aperto ed il lento sviluppo del nucleare, rispetto agli annunci e alle previsioni, rende meno probabile lo scenario di espansione ipotizzato nel 2003 (1.000 Gwe nel 2050 di cui 300 negli Usa). Viene inoltre ribadito il concetto chiave che in un’economia di mercato il nucleare non è competitivo rispetto al gas o al carbone. I costi del capitale e i costi finanziari delle centrali nucleari continuano ad essere infatti significativamente incerti»
«Dal 2003 - conclude Ferrante - i costi di costruzione delle centrali nucleari sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento all’anno in più come dimostrano le esperienze in Giappone e Corea. Nel 2007, secondo i nuovi dati del Mit, realizzare una centrale nucleare costa 4.000 dollari per kW contro i 2.000 di quattro anni prima. Un aumento molto più consistente di quanto accaduto nel carbone e nel gas attualmente stimate a 2.300 dollari e 850 dollari a kW contro i 1.300 e 500 del 2003. Una crescita che si ripercuote inevitabilmente anche sui costi finali dell’energia: dai 6,7 centesimi a kilowattora stimati nel 2003 il nucleare è passato ad un costo di 8,4 cent a kilowattora contro i 6,2 del carbone ed i 6,5 del gas».
Certamente l’economia ci dà una mano ma non è questa la strada per uno sviluppo sostenibile reale. La faziosità, l’interesse privato o quello di potere non hanno mai dato buoni frutti. La strada dello sviluppo passa dall’abbandono di quella della crescita e dall’acquisizione di una nuova cultura.