Federparchi: mantenere separata la caccia dal controllo faunistico
Audizione alla commissione Agricoltura
Audizione alla commissione Agricoltura
Il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, è stato ascoltato dalla commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva che la Commissione stessa sta conducendo sul fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche.
«Il controllo della fauna selvatica è fondamentale per contenere i danni, ma non può essere garantito dalla caccia», ha dichiarato per prima cosa Sammuri. Le attività venatorie e il controllo degli animali selvatici devono dunque essere mantenuti separati, prima di tutto perché interessano quasi sempre specie diverse. Molte delle specie responsabili di problemi alle colture, ad esempio, non figurano nell’elenco di quelle cacciabili. Viceversa, tra le specie per cui è ammessa la caccia se ne contano poche che necessitano di controllo per la protezione delle colture agricole e delle produzioni zootecniche.
Dopo aver fatto riferimento alle attività che Federparchi conduce da anni in questo settore in collaborazione con il mondo scientifico, in particolare con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e prima con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica, il presidente ha illustrato il giudizio dell’associazione su alcuni dei temi cruciali in materia di conservazione della fauna selvatica e di danni alle colture e agli allevamenti: le specie aliene invasive, la protezione delle colture, la valutazione e l’indennizzo dei danni, etc.
Sammuri ha infine avanzato una serie di proposte specifiche che, a giudizio di Federparchi, potrebbero contribuire a diminuire in modo drastico il fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche, quali: il divieto di allevare e di immettere cinghiali in natura su tutto il territorio nazionale (eccetto che per fini di ricerca scientifica o sperimentazione); il divieto di fornire alimentazione a terra potenzialmente utilizzabile da cinghiali (tranne che per fini zootecnici, di censimento, cattura e abbattimento selettivo); il divieto di produrre azioni che possano disturbare o limitare l’attuazione degli interventi di controllo e l’introduzione di pesanti sanzioni per i contravventori; la possibilità di consentire, per le azioni di selezione e previo parere dell’Ispra, mezzi non consentiti per l’attività venatoria; l’equiparazione degli animali catturati a seguito di interventi di controllo a quelli di allevamento.
(Fonte Federparchi)