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Clima – Germania prima della classe Italia quarta

1 luglio 2009 0 commenti

Rapporto «G8 climate scorecards 2009» di Wwf e Allianz

Rapporto «G8 climate scorecards 2009» di Wwf e Allianz

A una settimana dall’inizio del G8 che si terrà a L’Aquila e ad appena cinque mesi dalla Conferenza sul clima di Copenhagen, Wwf e Allianz danno le pagelle alle politiche climatiche dei Paesi del G8 e ai cinque principali Paesi emergenti attraverso il rapporto «G8 climate scorecards», realizzato da Ecofys e reso noto oggi a livello mondiale.
Prime della classe Germania, Regno Unito e Francia, che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto. L’Italia resta ferma al quarto posto per il terzo anno consecutivo, collocandosi a un livello intermedio insieme al Giappone. Restano di gran lunga indietro Canada, Russia e Usa, anche se questi ultimi, grazie alle iniziative pianificate o annunciate dell’amministrazione Obama, hanno comunque guadagnato una posizione in classifica rispetto all’ultimo posto dell’anno scorso.
Questa terza edizione delle «Scorecards», che considera ambiti come:
- l’andamento delle emissioni di gas serra dal 1990,
- la distanza dagli obiettivi nazionali del Protocollo di Kyoto,
- la quota di energie rinnovabili e
- l’efficienza delle politiche climatiche,
mostra dunque che, se da un lato è stato fatto qualche sforzo, l’azione intrapresa resta comunque insufficiente per indirizzare il mondo verso un’economia a basso contenuto di carbonio e per limitare l’innalzamento della temperatura media globale al di sotto della soglia critica di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, mentre continua a mancare una chiara leadership tra le nazioni considerate.
James Leape, direttore del Wwf internazionale, e Joachim Faber, membro del board di Allianz Se, hanno esortato le nazioni ad agire adesso e a sostenere la definizione di un valido accordo a Copenhagen: «mentre ci potrebbe essere una soluzione "su cauzione" per il sistema finanziario, nessuna quantità di denaro potrà salvare il pianeta una volta che i cambiamenti climatici avranno superato la soglia critica. È quindi cruciale riuscire a limitare l’innalzamento della temperatura globale a meno di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali».

- Secondo i dati del rapporto…

Siamo ben lontani dagli obiettivi che il Wwf ritiene necessari, ovvero:
- per i Paesi industrializzati la riduzione di almeno il 40% delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (di cui il 30-35% realizzate su territorio nazionale) e la riduzione del 95% delle emissioni entro il 2050;
- per i Paesi in via di sviluppo, la deviazione dall’aumento delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020, sempre rispetto al 1990.
La Germania è l’unica ad aver aumentato significativamente la propria quota di energie rinnovabili, mentre in ben quattro dei Paesi G8: Canada, Francia, Giappone e USA, questa quota è rimasta invariata o è addirittura diminuita.
Bene anche il Regno Unito, che ha già raggiunto il proprio obiettivo di Kyoto grazie alla transizione dal carbone al gas negli anni ’90 e ha approvato un’innovativa politica climatica nazionale, mentre la Francia ha emissioni relativamente basse grazie soprattutto all’utilizzo di energia nucleare, che il Wwf non considera però una soluzione sostenibile.
Sono ancora lontani gli obiettivi per l’Italia, che oscilla tra misure incoraggianti (come la promozione dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria e il conto energia per le rinnovabili), e misure che il Wwf considera negative come il via a nuove centrali a carbone e i finanziamenti al nucleare.
Il Giappone ha ottenuto buoni risultati nell’efficienza dei trasporti, ma ha emissioni assolute ancora troppo alte e anche se gli Stati Uniti stanno sperimentando la migliore politica climatica degli ultimi tre decenni, restano comunque il Paese con la maggiore quantità di emissioni complessive e su base pro-capite.
A chiudere la classifica sono infine la Russia, che ha diminuito le proprie emissioni solo grazie alla crisi economica che ha colpito il Paese dal 1990 al 1999, tanto che da allora sono tornate a crescere, e il Canada, le cui emissioni sono addirittura in costante aumento.
Per quanto riguarda i Paesi emergenti, il rapporto evidenzia come tutti e cinque i Paesi considerati stiano dandosi da fare per rallentare le emissioni in futuro:
- il Sud Africa si è dato un obiettivo di riduzione del 30% entro il 2050,
- il Messico del 50% entro la stessa data,
- la Cina, India e Brasile stanno sviluppando sempre di più energie rinnovabili ed efficienza energetica.

«La prima vera azione da parte dei Paesi del G8 deve essere l’esempio — ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del Wwf Italia — non si può chiedere agli altri quello che non si è capaci di fare in casa propria, quando i cambiamenti climatici sono il prodotto della nostra industrializzazione. Il rapporto che il Wwf, insieme ad Allianz, ha per il terzo anno stilato, parla chiaro: si è fatto ancora poco. Esclusa la Germania, che mostra un piccolo progresso, gli altri Paesi sono fermi o addirittura, come Canada e Russia, in peggioramento. L’Italia rimane a metà classifica, unendo provvedimenti buoni a incentivi ai combustibili fossili, e soprattutto senza alcuna strategia precisa».

Nell’ambito della partnership globale Wwf-Allianz, il gruppo assicurativo sostiene il rapporto «G8 Climate scorecards» per comprendere meglio le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ciò è vitale per il settore degli investimenti e per il contesto normativo, in quanto dovranno adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici,così come per lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni finanziarie compatibili con il clima. «Un futuro a basse emissioni rappresenta un importante potenziale di sviluppo per i Paesi del G8 così come per le nazioni emergenti — ha dichiarato Joachim Faber — I futuri investimenti e lo sviluppo di nuovi prodotti necessitano di un’impostazione politica che sia sostenibile».

(Fonte Wwf Italia)