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Servono regole certe per il fine vita delle auto

3 luglio 2009 0 commenti

Oggi convegno a Napoli

Oggi convegno a Napoli

Oggi, presso le Terme di Agnano, in via Agnano Astroni, Napoli, la Confederazione Autodemolitori Riuniti (Car) e Cna-Autoriparatori, promuovono un Convegno nazionale con tutti gli stakeholder della filiera e con i rappresentanti del Governo, per discutere le problematiche del comparto e le possibili soluzioni in vista di un raggiungimento degli obiettivi nazionali di riciclaggio. Al Convegno, parteciperanno inoltre: il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Bartolomeo Giachino, il responsabile Dpt, Competitività e Ambiente Cna nazionale, Tommaso Campanile, il Presidente del Consorzio PolieCo, Enrico Bobbio, il Direttore generale della Motorizzazione Civile, Maurizio Vitelli, i rappresentanti delle Case produttrici nazionali (Anfia), Salvatore di Carlo, ed estere (Unrae), Antonio Cernicchiaro.

Ogni anno, in Europa, vengono rottamati circa 15 milioni di autoveicoli (solo in Italia, nel 2007, la cifra ha registrato un picco superiore a 1.500.000 unità), una miniera enorme di rottame ferroso che, debitamente captata e avviata al riciclo, consentirebbe un notevole risparmio energetico dovuto al minor consumo di materia prima.
Tuttavia, la crisi economica che da diversi mesi sta dilagando dai mercati finanziari all’economia reale, ha provocato un pesante crollo del prezzo del rottame che, per la categoria industriale degli Autodemolitori, si è sommato ad altre problematiche già sedimentate e non del tutto risolte, come:
- l’insostenibilità del «costo zero» della demolizione;
- la mancanza di un mercato per i materiali di risulta dalla demolizione;
- la concorrenza da parte di altre categorie professionali per quanto concerne la vendita della ricambistica usata;
- la difficoltà di captazione delle autovetture in carico ai Concessionari;
- la scarsa accessibilità ai Network promossi dalle Case costruttrici;
- la mancanza di adeguati strumenti finanziari che rendano possibile gli adeguamenti strutturali previsti dalla Legge;
- le differenti interpretazioni della Legge stessa per quanto concerne i controlli ai centri di autodemolizione ed il rilascio delle autorizzazioni;
- le difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi europei di riciclaggio, stante una normativa nazionale ancora deficitaria sull’utilizzo e la destinazione finale del fluff-car, i limiti di stoccaggio dei materiali di risulta dalla demolizione che diventano un grosso problema allorquando le fluttuazioni del mercato obbligano gli stessi autodemolitori a vendere sotto costo (e quindi in perdita), il rottame.

Di un presente non proprio lusinghiero per il comparto Automotive e di un futuro sul quale la crisi economica ha gettato una pesante ipoteca, ma anche delle possibili soluzioni che l’imprenditoria italiana ha saputo escogitare nel frattempo per arginare le perdite, si parlerà oggi, al Convegno nazionale: «Fine vita delle auto: certezza delle regole e definizione dei ruoli nella filiera», promosso dalla Confederazione autodemolitori riuniti (Car), in collaborazione con Cna-Autoriparatori.

«Si tratta, in effetti, di un doppio appuntamento - dichiara il Presidente Car, Alfonso Gifuni - che avrà luogo con tempi e modalità diverse durante l’arco della stessa giornata; mi riferisco, ovviamente, all’Assemblea nazionale della Confederazione, la cui convocazione formale rientra negli adempimenti statutari e al Convegno nazionale, organizzato in collaborazione con Cna-Autoriparatori».
«Proprio su quest’ultimo evento, vorrei porre l’accento, specificando che esso si svolge in un contesto decisamente critico per il nostro settore; che non ci trova del tutto impreparati, dal momento che avevamo cominciato ad avvertirne il sentore già da diversi mesi, ancor prima che questo esplodesse in tutta la sua drammatica concretezza».
«In questo momento - continua il presidente Gifuni - per le nostre imprese, continuare a ritirare gli autoveicoli a fine vita, significa solo andare incontro ad un sovrastoccaggio di rottame, il che, non è solo improduttivo, ma rischia di ricadere sugli stessi centri di demolizione qualora questi vengano controllati dagli Enti preposti».
Tuttavia, per evitare di provocare allarmismi fra i consumatori il Presidente Car osserva che «questa è solo una ipotesi».
«Dobbiamo far sì che tutti gli anelli della catena del fine vita dei veicoli si prendano le proprie responsabilità, anche economiche, e ancor più crediamo che si debba verificare che nel nostro Paese non sussistano dinamiche di eccessiva speculazione sul prezzo del rottame; si consideri che la norma ci obbliga a non superare precisi limiti di stoccaggio per i materiali di risulta dalla demolizione del veicolo, proprio quei materiali che, al momento attuale, non hanno un mercato tale da garantire la sussistenza dei nostri centri».
«A fronte di questo - conclude Gifuni - chiediamo al Governo che vengano sospesi per un tempo determinato, i decreti che limitano lo stoccaggio, in modo da darci tempo di aspettare, quanto meno che il mercato si riprenda quel tanto da non farci lavorare in perdita».

(Fonte Ufficio Stampa Elena Emanuela Ferraro)