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Orti cinesi con specie non controllate

9 luglio 2009 0 commenti

Nel Comune di Prato

Nel Comune di Prato

«Avevo annunciato che la fase 2 della tolleranza zero avrebbe portato ad un aumento delle attività di intelligence e controlli e a risultati importanti per continuare a tutelare la salute dei cittadini. Ieri è stata bloccata una vasta area coltivata a cielo aperto con sementi provenienti dalla Cina con caratteristiche genetiche non chiare. Per di più i campi erano irrigati con acque non controllate. Un danno non solo alla salute, ma anche all’ambiente».

Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta l’operazione denominata «Horti cinesi» eseguita nel Comune di Prato dagli uomini del Comando Provinciale e del Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con il personale dell’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente e del Territorio della Toscana e della Polizia Municipale.

Con l’operazione «Horti Cinesi» sono stati sequestrati 4 ettari di campi coltivati con sementi non certificate provenienti dalla Cina con caratteristiche genetiche non conosciute. Sono stati posti sotto sequestro 300 buste di semi e 20 chili di sementi importati senza autorizzazione dalla Cina. Gli orti, in località «Maliseti», erano gestiti da personale asiatico.

«Il particolare grave è che queste sementi vengono introdotte nel nostro territorio direttamente dai cittadini cinesi in occasione dei loro viaggi in patria all’interno di bagagli personali, eludendo così i controlli doganali. Tutti i nostri sforzi in questa nuova fase - ha continuato Zaia - dovranno essere sempre più rivolti a contrastare l’arrivo dall’estero di tutti i prodotti contraffatti che non hanno nulla a che vedere con il nostro ricchissimo patrimonio agroalimentare, tutelando così sia il duro lavoro dei nostri agricoltori, sia la salute degli italiani».

L’operazione «Horti cinesi» fa seguito a un’altra operazione effettuata sempre a Prato nei mesi scorsi presso tre ditte di cittadini cinesi che gestivano attività di coltivazione di ortaggi.
Complessivamente nelle due operazioni sono stati ispezionati circa 13 ettari di terreni coltivati a orti, sequestrate 550 buste di semi e 40 chili circa di sementi di varie specie vegetali. Dalle etichette riportanti scritte esclusivamente in lingua cinese non è stato possibile risalire alla specie esatta e alle ditte produttrici nonché ai relativi importatori.
Le colture sottoposte a sequestro dalla Forestale sono causa di inquinamento genetico e biologico delle specie alimentari nostrane con il rischio per la biodiversità alimentare nazionale e alterano inoltre le regole di corretta concorrenza del mercato in quanto i prodotti sono immessi nei mercati locali.

«I cittadini - ha aggiunto il ministro Zaia - devono poter acquistare alimenti sani e sicuri e noi intendiamo tutelare questo diritto, difendendo i consumatori e tutelando allo stesso tempo i produttori onesti. I risultati che continuiamo ad ottenere sono la conferma che il nostro sistema di controlli funziona. Continueremo a mantenere alto il livello di attenzione nei confronti delle contraffazioni alimentari e a difesa delle produzioni italiane d’eccellenza».

(Fonte ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali)