Il nucleare è una tecnologia nelle sabbie mobili
La posizione del Kyoto Club nelle dichiarazioni del direttore scientifico, Gianni Silvestrini
La posizione del Kyoto Club nelle dichiarazioni del direttore scientifico, Gianni Silvestrini
Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che contiene disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Tra le norme approvate c’è quella per il ritorno al nucleare, con la delega al governo per la localizzazione dei siti per le nuove centrali.
Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia ha evidenziato alcuni aspetti contraddittori che emergono dal disegno di legge appena approvato.
Innanzitutto, secondo Silvestrini, «nel giugno 2008 il documento sulla "manovra economica triennale" prevedeva che il Governo entro il 30 giugno 2009 definisse un "piano energetico nazionale" che indicasse "le priorità per il breve e il lungo periodo" nel settore dell’energia e che inoltre delegasse il Governo a emanare entro il 31 dicembre 2008 "uno o più decreti legislativi recanti i criteri per la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione elettrica nucleare". Del Piano energetico nazionale non c’è traccia e per i decreti attuativi siamo già in ritardo di un anno. È solo il primo di una serie di ritardi che faranno affondare il nucleare nelle sabbie mobili».
«Oggi preoccupa la possibile reazione negativa delle popolazioni e degli enti locali - ha detto Silvestrini -. Come risposta si può prevedere quindi l’esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato raggiungimento delle necessarie intese con i diversi enti locali coinvolti, tanto che l’esecutivo si propone di dichiarare i siti scelti quali aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione».
«Curiosa poi la valutazione dei costi - continua il direttore scientifico di Kyoto Club -. Da un lato un comma del disegno di legge garantisce priorità di accesso alla rete per l’elettricità nucleare, come avviene con le fonti rinnovabili. Insomma, alla faccia della liberalizzazione dei mercati. E poi questo è un segno evidente di insicurezza sui reali costi di generazione del nucleare». «Dall’altro, si prevede il lancio di una campagna di informazione sull’energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità».
Secondo Silvestrini però questa è un’operazione che appare sempre più difficile, considerando le brutte notizie che giornalmente si susseguono. Il Mit ha appena pubblicato un rapporto, «Update of the Mit 2003 Future of Nuclear Power Study», che ha aggiornato le sue valutazioni del 2003 sulle prospettive di un rilancio del nucleare. Secondo la prestigiosa università, in soli sei anni le stime sui costi di costruzione degli impianti «overnight» (che non includono cioè gli oneri finanziari, particolarmente pesanti per questa tecnologia) sono raddoppiati passando da 2.000 $/kW a 4.000 $/kW.
Sugli aspetti economici e finanziari del nucleare Gianni Silvestrini ricorda inoltre che: «la legge prevede tutta una serie di paracaduti per le imprese che volessero lanciarsi nell’avventura. Si prevedono, così, strumenti di copertura finanziaria e assicurativa contro il rischio di prolungamento dei tempi di costruzione per motivi indipendenti dal titolare dell’autorizzazione».
«Insomma - conclude Silvestrini - il disegno di legge mette le mani avanti rispetto ai problemi di insediamento e agli aspetti economici, due nodi decisivi per la riuscita o il fallimento del nucleare».
(Fonte QualEnergia)