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7.000 specie marine aliene viaggiano per i mari

15 luglio 2009 0 commenti

Rapporto del Wwf

Rapporto del Wwf

Specie marine infestanti che procurano miliardi di danni al pescato, alle comunità costiere e alle infrastrutture si diffondo mentre i paesi marittimi mondiali continuano a trascurare con leggerezza di mettere in atto il trattato internazionale che prevede la necessità di gestire e trattare in modo efficace le [FOGLIA=3064]acque di zavorra[/FOGLIA].

Un nuovo rapporto diffuso oggi dal Wwf, Invasione Silenziosa, in coincidenza dell’incontro che si sta svolgendo in questi giorni a Londra dell’Imo (Organizzazione marittima internazionale) per prendere in considerazione gli aspetti ambientali della marina mercantile, descrive dettagliatamente 24 casi in cui specie marine infestanti sono state introdotte o diffuse, molto probabilmente, con lo scarico di merci dalle acque di zavorra, nei 5 anni durante i quali la Convention on the Control and Management of Ship’s Ballast Water and Sediments è stata ratificata solo da uno dei principali dieci stati marittimi mondiali.
Lo studio del Wwf stima che siano circa 7.000 le specie marine e costiere che ogni giorno attraversano gli oceani nascoste nelle acque di zavorra e che l’84% delle 232 ecoregioni marine (le aree più ricche di biodiversità identificate dal Wwf) sono contaminate da [FOGLIA=3063]specie invasive[/FOGLIA].
Il traffico marittimo internazionale è considerato il principale fattore delle vie di ingresso per molte specie aliene e rappresenta un’industria enorme che commercia oltre il 90% di tutti i beni che viaggiano tra un paese e l’altro.

In questi anni, ad esempio, la specie medusa pettine del Nord America, detta anche cnetofora, che ha praticamente spazzato via le acciughe e gli stock di un piccolo pesce autoctono, la papalina (Sprattus sprattus balticus) nel Mar Nero negli anni 90 si è diffusa nel Mar Caspio, nel mare del Nord e nel Mar Baltico. Il granchio guantato cinese Eriocheir sinensis si è insediato su entrambe le sponde del nord Atlantico e si stima abbia causato danni di circa 80 milioni di euro solo in Germania sugli argini dei fiumi, sulla pesca e i sistemi acquatici.
«La Convenzione sulle acque di zavorra dell’Imo prevede un insieme di pratiche concordate e standard per rendere efficace il controllo di queste acque al livello internazionale, riducendo la diffusione di organismi marini invasivi obbligando a costi minimi sul traffico marittimo e sul commercio» ha dichiarato la dott.ssa Anita Makinen, a capo della delegazione del Wwf presso l’Imo. Gli Stati bandiera devono ratificare urgentemente e implementare la Convenzione per salvare l’ambiente marino da un’invasione pericolosa salvando nel lungo tempo i soldi dei contribuenti che eviteranno di pagare il recupero degli ecosistemi colpiti, l’industria e le infrastrutture».

La maggior parte degli organismi marini «clandestini» muoiono durante il viaggio oppure non appena «sbarcati», ma le specie più resistenti che proliferano nei nuovi ambienti possono colpire la produttività della pesca e dell’acquacoltura, l’economia e la sopravvivenza delle comunità e il benessere dell’ambiente delle acque costiere e degli estuari.
L’elemento chiave per il controllo del traffico marittimo globale è la necessità di mettere in atto la convenzione come alternativa a misure ad hoc che possono variare da stato a stato e prevedono spese aggiuntive, ritardi ed una distribuzione disomogenea nella sicurezza delle navi e degli equipaggi.
Anche i responsabili di grandi ditte di logistica, coinvolti nel corso dell’Imo richiamano la necessità di applicare la Convenzione sulle acque di Zavorra.
Si stima che fin dall’adozione della Convenzione nel 2004 e fino alla fine del 2009, le perdite economiche globali attribuite alla diffusione di specie marine aliene può aggirarsi sui 50 miliardi di dollari. Secondo il report del Wwf le acque non trattate comportano spese che equivalgono a costi diretti di circa 70 centesimi per tonnellata di acque non trattate o 7 miliardi di dollari all’anno per i 10 miliardi di tonnellate di acque trasportate globalmente ogni anno.

I costi si potrebbero abbattere a soli 4 centesimi per tonnellata di acque trattate seguendo i metodi indicati dalla Convenzione, meno del 6% dei costi annuali che si spendono per non aver ancora affrontato il problema.
La Convenzione entra in vigore se viene ratificata da 30 stati che rappresentano il 35% del tonnellaggio marittimo mercantile. Attualmente ci sono 18 stati che rappresentano 15,4% del tonnellaggio mondiale, con la Liberia come unico grande paese bandiera che ha ratificato.
In ogni caso se solo il maggiore paese «mercantile» come il Panama firmasse la Convenzione, con il suo 22,6% di traffico mondiale insieme ad altri 11 stati bandiera di qualunque dimensione, la Convenzione entrerebbe in atto.

«Il vecchio argomento che le tecnologie e il trattamento delle acque non sia possibile è ormai superato - ha detto la dott.ssa Makinen. Il Wwf si augura che il Panama, in virtù della sua importanza mercantile, diventi leader di questa battaglia per consentire la ratifica e l’applicazione della Convenzione.
«L’acqua di zavorra è uno dei tanti modi con cui le specie aliene arrivano nei nostri ambienti. Ricordiamo anche il commercio di animali e piante, l’introduzione volontaria di nuove specie, il traffico globalizzato che ne facilita il trasporto. In questo modo negli ultimi anni in Italia sono arrivate specie come lo scoiattolo grigio, il visone americano, la tartarughina dalle guance rosse, la rana toro, la robinia per parlare di alberi, il pesce siluro e molti altri. Per cercare di gestire il problema evidenziato dal rapporto occorre una strategia nazionale per la biodiversità, che ancora manca, per censire e tutelare la biodiversità del nostro paese», sottolinea il Wwf Italia

(Fonte Wwf)