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Una truffa alla Madoff scuote il Libano

28 settembre 2009 0 commenti

ezzeddineCon lo scoppio della crisi è cominciata a venir fuori la lista delle molte truffe che ruotavano intorno al boom della finanza e della borsascandali che emergono in genere proprio con la crisi e non prima, essenzialmente perché è in momenti di difficoltà che la gente si fa più attenta e controlla con più cura i suoi circuiti personali del denaro, mentre in periodi di boom tende a trascurare di farlo, presa dal vortice dell’ottimismo. Per altro verso, come la crisi è diventata mondiale, così anche le truffe si sono sparse  agevolmente per tutti i continenti, inseguendo i circuiti del denaro.

Le notizie di scandali finanziari sembrano ormai da qualche tempo non fermarsi più. Dopo quello di Madoff, comunque il più importante come dimensione - erano in gioco ben 70 miliardi di dollari - che riguardava soprattutto gli Stati Uniti, ne sono così venuti alla luce degli altri che hanno toccato l’India, l’America Centrale, l’Europa, l’Africa. Ecco che adesso è la volta anche del Libano ed in questo caso lo scandalo che è stato appena scoperto presenta degli aspetti anche politicamente  imbarazzanti e forse destabilizzanti in un paese che avrebbe invece bisogno di tranquillità per curare le sue molte ferite.
Il New York Times di metà settembre scrive di un uomo d’affari di circa 50 anni, di nome Salah Ezzedine, ora accusato di truffa da un  tribunale locale.  Egli è noto come un uomo molto pio e caritatevole, ben integrato nella locale comunità sciita e che ha fondato prima una casa editrice a sfondo religioso e poi, nel 2007, una società finanziaria che appare al centro dello scandalo.

Sulla base della promessa di rendimenti tra il 40% e il 50% all’anno, gli hanno affidato del denaro da amministrare persone di tutte le classi sociali; ci sono dei contadini che hanno ipotecato i loro poderi per investire nello schema, professori che gli hanno consegnato tutti i loro risparmi, proprietari che hanno impegnato tutto quanto avevano. Il buco è oggi approssimativamente stimato, allo stato di conoscenza dei fatti, in un valore che può andare dai 700 milioni di dollari sino a più di un miliardo.
Un problema molto importante fa riferimento al fatto che Ezzeline è strettamente legato con Hezbollah, il movimento militante sciita ed è questa una ragione fondamentale che spiega il fatto che molte persone gli abbiano affidato con tranquillità i loro averi (anche Madoff, d’altro canto, era molto ben inserito nella comunità religiosa ebrea di New York; ci sono delle regole comuni nei vari scandali). Lo hanno fatto anche molti ufficiali dell’organizzazione. Il movimento ha, in effetti,  una fama di integrità e di grande attenzione ai bisogni delle persone. Il segretario di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha negato che ci siano dei legami ufficiali con Ezzedine, ma ha comunque messo in piedi una unità di crisi per vedere come affrontare il problema.

Qualcuno ha chiesto, tra l’altro, che Hezbollah rimborsi le persone danneggiate, ma il movimento è già fortemente impegnato finanziariamente nella ricostruzione delle case danneggiate o distrutte  durante la guerra con Israele del 2006 e probabilmente non ce la farebbe a coprire anche le necessità legate a questo nuovo evento. Ezzedine è adesso in galera mentre non è ancora chiaro che fine abbia fatto tutto il denaro investito. Qualcuno arriva ad avanzare la tesi che l’uomo d’affari sia stato rovinato dalle manovre degli Stati Uniti e di Israele che sapevano dei suoi legami con Hezbollah.
Quale paese sarà interessato dal prossimo scandalo?