Eolico assassino
Ieri sera in orario quasi notturno mi è capitato di assistere a un breve dibattito televisivo organizzato da Rai2. L’argomento era introdotto da una scheda su Volterra, bellissimo centro toscano che ha deciso di bandire l’eolico e persino il fotovoltaico dal suo territorio per motivi paesaggistici. In studio c’erano due signori piuttosto attempati ai quali un giornalista col pizzetto da moschettiere rivolgeva domande tutt’altro che aggressive. Il tutto è durato forse dieci minuti, al termine dei quali immagino che un telespettatore mediamente assonnato abbia tratto le seguenti conclusioni: meno male che in Italia ci sono delle brave persone che sanno discutere in tv senza litigare, meno male che quelle stesse brave persone ci proteggono dall’invasione dei mostri eolici. Una delle brave persone era Carlo Ripa di Meana (foto), ex verde ed ex ministro dell’ambiente, ora animatore del comitato che contrasta la diffusione dell’eolico in Italia, in connessione con Giscard d’Estaing, ex presidente francese, che lo fa a scala europea, e con Vittorio Sgarbi, ex condannato per truffa allo Stato, che lo fa a scala siciliana. Ripa ha eloquentemente ed elegantemente sostenuto le sue tesi, che si possono riassumere nella frase “le torri eoliche assassinano il nostro paesaggio, fermiamole”, punto. Dall’altra parte c’era il presidente dell’Enea, l’economista prof. Paganetto, che a mio modesto parere avrebbe potuto anche non esserci, dato che quel che ha detto è stato così poco efficace e rilevante che quasi non lo ricordo. Il bello è che l’Enea ha appena pubblicato un numero della sua rivista in gran parte dedicato all’eolico dal quale il professore avrebbe potuto trarre abbondanti argomenti per rintuzzare le tesi di Ripa e almeno dire che sull’eolico il suo ente fa ricerca da molti anni anche per ridurne l’impatto (tutto da dimostrare) sull’ambiente. Nessuno dei tre ha minimamente accennato alla questione dei cambiamenti climatici, o all’importanza strategica per il nostro paese di sviluppare la fonte eolica per affrancarsi almeno in parte dalla quasi totale dipendenza dalle fonti fossili d’importazione e per tentare di raggiungere almeno gli obiettivi di Kyoto, per non parlare di quelli europei proposti due anni fa dalla Merkel. Si vede che nessuno dei presenti ha letto e meditato il libro di Lester Brown, Plan B, che, oltre a spiegare con dovizia di particolari in che catastrofe ci stiamo infilando se nessuno fa niente di serio per ridurre le emissioni di anidride carbonica (piano A), propone l’eolico come elemento indispensabile di una complessa ricetta (il piano B, appunto) per salvare la civilizzazione industriale che tanto ci piace e che ci ha dato per esempio la televisione, il frigorifero e la lavatrice, tutta robina che si fabbrica e funziona solo producendo tanta corrente elettrica. Comunque, per tornare alla trasmissione, mi è venuta in mente la vecchia canzoncina di Renzo Arbore “No, non è la Bbc, questa è la Rai, la Rai tv!”.