Obama, dacci un taglio!
Se anche il Senato americano approverà la nuova linea di Obama sulle emissioni (il che non è mica detto…), gli Stati Uniti dovrebbero adottare un obiettivo di taglio del 17% delle emissioni di CO2 entro il 2020, da calcolarsi partendo non dal 1990 ma dal 2005. In quell’anno le emissioni Usa si aggiravano intorno ai 6 miliardi di tonnellate, il 17% in meno significa quindi un taglio di 1 miliardo di tonnellate, da realizzarsi attraverso il ricorso a diminuzioni dei consumi e adozione di fonti rinnovabili (soprattutto vento). Si tratta di un’inversione di rotta totale rispetto all’era Bush, nella quale neppure si riconosceva l’esistenza del problema climatico e ogni possibile discorso di tagli alle emissioni veniva visto come un attentato alla cosiddetta “american way of life” che chissà perché deve per forza significare spreco sistematico di energia e materiali. Non siamo del tutto ingenui e sappiamo bene che ogni taglio ai consumi energetici implica un altrettanto evidente taglio negli immensi profitti delle compagnie petrolifere (non dimentichiamo che, crisi o non crisi, Exxon è sempre l’azienda più redditizia del pianeta). In ogni caso, per quanto grande possa apparire questa svolta, siamo di fronte a un passo decisamente insufficiente: se in Europa riusciamo a “sopravvivere” piuttosto bene con dieci tonnellate di emissioni l’anno a persona non si capisce perché non possano fare lo stesso anche gli americani, e in questo caso il taglio potrebbe essere del 50%, dato che il loro standard (fino al 2008) era di venti tonnellate a testa, cioè il doppio di noi. Naturalmente un taglio di questo genere implicherebbe una serie di scelte ben più impegnative che la semplice sostituzione dei SUV con auto normali di stile Fiat o il passaggio dal carbone al gas naturale nelle centrali elettriche. Per esempio pensiamo ai trasporti pubblici tra le città, che negli Usa sostanzialmente significano aerei, pullman e treni a nafta, mentre in Europa significano soprattutto treni elettrici. Per poter tagliare significativamente i voli aerei e i pullman gli Usa dovrebbero investire in una rete ferroviaria intercity ad alta velocità e in tranvie leggere ad uso dei pendolari e delle connessioni più brevi. Comunque a giudicare da questa notizia dalla casa Bianca anche su questi argomenti Barack è ferrato…