Chernobyl day: ricordando l’incidente di Chernobyl
Il 26 aprile 1986, scoppiava la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. L’incidente era rimasto segreto per qualche giorno, fino a che la nube radioattiva che si era sollevata non raggiunse i confini dell’Europa occidentale. Un viaggio sopra la vicina Bielorussia (che ha subito i maggiori effetti) fin sopra le nostre teste. 23 anni dopo, ancora si sentono gli effetti di quell’incidente.
Incidente che fu causato da un errore umano. Nella centrale stavano svolgendo test di resistenza che sono un po’ sfuggiti di mano. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica le vittime ufficiali dell’incidente sono 50. Questo perchè non si contano le centinaia di migliaia di “liquidatori” che sono stati mandati nei giorni successivi a spegnere l’incendio e a coprire le scorie e che sono morti nel tempo. Non si contano i morti per le radiazioni e i tumori nelle settimane, mesi e anni successivi. Non si contano i bambini nati con gravi patologie e tumori che ancora oggi soffrono perchè mangiano cibo cresciuto su terreni contaminati. Non si contano poi i rischi di un sarcofago oramai pericolante che fu costruito in fretta per coprire un reattore che ancora oggi brucia lentamente, perchè di fatto non si sa bene come trattare situazioni di dismissione o di incidente.
Non si contano, e si cerca di non pensarci più di tanto. Ma si dovrebbe invece. Il fatto che fu un errore umano ci può portare a pensare che la tecnologia in sè sia sicura. Probabilmente è anche vero, ma proprio il fatto che fu un errore umano non mi lascia tranquilla, fino a che certi “giocattoli” saranno in mano umana, il rischio che si rompano, o che si giochi fino a vedere quando si rompono, c’è sempre. Per ricordare e ricordarcelo, in tutta Europa e non solo, sono state organizzate molte iniziative in questi giorni su Chernobyl e sull’energia nucleare in occasione del Chernobyl-day, anche in Italia.
Foto | carl montgomery