Altraeconomia e Legambiente rispondono alla ricerca sull’acqua del rubinetto. Allarme rientrato
Alla ricerca del CERAM sulla qualità delle acque del rubinetto di cui vi ha parlato Marina qualche giorno fa, e resa pubblica da un articolo del Corriere, hanno risposto Altraeconomia e Legambiente con un comunicato congiunto. Secondo le due associazioni, la diffusione di certe informazioni in questo modo può quasi essere definita un “allarme ingiustificato”. In particolare il dito è puntato contro il dato secondo cui un campione su 4 sarebbe contaminato da batteri di origine fecale.
Si legge nel comunicato
Secondo Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, e Pietro Raitano, direttore della rivista Altraeconomia: “Tali dati appaiono sorprendenti e poco attendibili ma, se fossero confermati, configurerebbero una situazione di gravissimo allarme sanitario, e determinerebbero una urgenza di intervento da parte delle autorità preposte”. A rendere poco credibili i dati pubblicati sono le informazioni raccolte presso importanti gestori idrici italiani dai quali non emergono evidenze di contaminazioni fecali nelle acque immesse in rete.
Il comunicato annuncia anche l’avvio di una interrogazione parlamentare per opera del senatore del PD Roberto Della Seta, “che chiede al Ministro della Salute di assumere lo studio divulgato dal Corriere per far luce sulla sussistenza di un simile allarme”. Sul blog di Altraeconomia si aggiunge poi un altro tassello alla vicenda, che sembra assumere dimensioni diverse rispetto a quanto comunicato inizialmente:
La ricerca citata dal Corriere è realizzata dal Centro europeo di ricerca acque minerali (Ceram), un’istituzione privata, in collaborazione con le due Università di Napoli (la Federico II e la Seconda università). È stata finanziata dall’Università Federico II, da due aziende di gestione del servizio idrico e sostenuta da Mineracqua, l’associazione che raggruppa gli imbottigliatori di acqua minerale. Ma, soprattutto, non è ancora stata pubblicata. Massimiliano Imperato, direttore del Ceram e curatore dello studio, ci spiega che la bozza è arrivata nelle mani di Mario Pappagallo, giornalista del Corriere, per una fuga di notizia. Pappagallo scrive che “il 32,82% dei campioni da rubinetto presenta limiti oltre la norma di composti organoalogenati; il 72,82% di trialometani; il 77,44% di entrambi”. Imperato, che abbiamo raggiunto al telefono, spiega ad Ae che “il Corriere dovrà fare una bella rettifica. L’acqua italiana è, in media, di buona qualità. Nel nostro studio facciamo riferimento alla presenza di ‘contaminanti antropici’, di origine non naturale, nell’acqua, ma non entriamo nei limiti di legge”. L’attenzione, però, dev’esser posta “alla disfunzione dei rubinetti, delle reti idriche condominiali. Una banalità come far ripulire i serbatoi condominiali, ad esempio, potrebbe ovviare il problema. Ma pochi lo fanno”.
Niente allarmi insomma, ma di certo una luce puntata sulla necessità di migliore e maggiore manutenzione delle infrastrutture dei servizi idrici, che di certo male non farà.
Via | Altraeconomia
Foto | malias