Pesticidi nel Piatto 2009: diminuiscono i controlli, a rischio i bambini
Lo diciamo sempre, quello che mangiamo è pieno di schifezze. E non è sempre un luogo comune, come ci dice il rapporto annuale Pesticidi nel Piatto elaborato da Legambiente e presentato oggi a Roma. Il rapporto raccoglie ed elabora le analisi fatte dalle Arpa, Asl e laboratori zooprofilattici su frutta, verdura, olii e vini, ovvero prodotti ortofrutticoli e derivati.
Primo dato non confortante: i controlli diminuiscono. Sono quasi 1300 in meno le analisi fatte rispetto all’anno scorso. Di oltre 8700 campioni analizzati, complessivamente sono risultati fuori legge “solo” l’1,3% dei prodotti, ma la normativa italiana prevede limiti per i residui dei fitosanitari presi singolarmente. Non si considera la presenza di più residui e la loro combinazione come fattore per mettere fuori legge una mela o dell’insalata. Detto con altre parole, io potrei ingerire decine di prodotti diversi tutti appena sotto la soglia e per la legge la mia salute sarebbe tutelata.
Tra i residui trovati, anche sostanze come Procimidone, Vinclozolin o Captano, fitosanitari classificati come cangerogeni negli USA. Frutta e vini sono i prodotti messi peggio. Un frutto su due o è fuori legge o presenta uno o più residui contemporaneamente (di cui, ripeto, non si conoscono gli effetti sulla salute in quanto i prodotti sono testati solo singolarmente). Trovare prodotti senza residui, invece, non è così facile.
Fino a che punto la cosa ci deve importare? In fondo se la legge è rispettata… Oltre al già citato problema della presenza di sostanze multiple, e alla presenza di sostanze potenzialmente cancerogene (e questo dovrebbe bastare), Legambiente sottolinea come alcuni pesticidi residui (come alcuni insetticidi e acaricidi) si accumulino nei tessuti e possano avere gravi ripercussioni sul sistema riproduttivo di noi umani, e conseguenze sullo sviluppo dei bambini.
I limiti di legge italiani sono considerati rispetto a un adulto, invece i fattori di sicurezza dovrebbero essere rivisti e adeguati per i bambini. L’esposizione degli adulti può portare all’accumulo nel liquido seminale o il traferimento al feto durante la gravidanza, inoltre durante la crescita ci può essere esposizione diretta anche a causa dell’uso domestico di alcuni prodotti. Gli effetti sui bambini possono essere “danni al sistema immunitario in fase di sviluppo, sul sistema nervoso centrale e su quello ormonale”, e in alcuni casi anche “nascita di bambini con minor circonferenza cranica e rischio di deficit intellettivo”.
Di seguito la tabella riepilogativa dei dati del dossier
Via | Legambiente
Foto | paPisc