Risorse idriche, un patrimonio da tutelare
Nell’ambito delle delicate problematiche riguardanti l’ambiente, ai primi posti figura certamente l’acqua, ovvero la gestione delle risorse idriche a livello globale, sotto diversi aspetti: foreste ed agricoltura, salute dell’uomo, rischi per gli ecosistemi, valori economici, acqua e industria. Purtroppo, molti sottovalutano questo grande patrimonio, quasi si trattasse di una risorsa gratuita ed illimitata in qualunque angolo della Terra. Proprio in questi giorni (fino al 22 marzo) si svolge a Istanbul il più importante evento nel calendario mondiale sul tema dell’acqua: una riunione plenaria, a cadenza triennale, alla quale sarà presente anche Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO, il quale si soffermerà sul ruolo cruciale dell’agricoltura nella conservazione dell’acqua.
L’agricoltura è infatti il maggiore consumatore mondiale, contando per il 70 per cento del totale di acqua potabile, ed il punto nodale è quindi trovare il modo di usarne meno producendo più cibo, allo scopo di nutrire una popolazione in crescita continua. Di fronte ad uno scenario che secondo alcune fonti prospetta, entro il 2030, quasi la metà della popolazione mondiale in disagio per carenze di carattere idrico, facciamo il punto della situazione anche a livello italiano.
“Attualmente circa un miliardo di persone non dispone di acqua potabile – conferma Romano Pagnotta, dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – mentre circa 2,5 miliardi non dispongono di servizi sanitari; solo il 16 per cento usufruisce di acqua in casa, mentre l’84 per cento è costretta a cercarla presso fonti dove l’acqua risulta scarsa e/o di qualità scadente! Ben otto milioni di persone, in maggioranza bambini, muoiono ogni anno per malattie legate alla carenza di acqua potabile e sanitaria. Attualmente, in Europa, l’11 per cento della popolazione ed il 17 per cento del territorio risultano interessati da situazioni di carenza idrica che, secondo le previsioni, potrebbero tendere ad allargarsi”.
In Italia, “gli apporti meteorici sono di circa 980 mc/anno/procapite, ovvero superiori a quelli della media europea, ma a causa delle perdite naturali, nonché delle difficoltà tecniche di accesso a parte delle risorse, e dello stato non del tutto soddisfacente delle infrastrutture, tale disponibilità viene ridotta del 65 per cento”. Questi sono i dati sui quali è bene soffermarsi, allo scopo di evitare che quella che oggi si presenta come una situazione critica, domani diventi una vera e propria emergenza nazionale.
E’ indispensabile l’impegno delle persone responsabili e delle istituzioni: “L’utilizzo, la protezione ed in controllo delle risorse idriche – afferma il Presidente del CNR, Prof. Luciano Maiani – costituiscono un problema complesso, che richiede uno sforzo congiunto, da parte di tutte le istituzioni scientifiche, per migliorare le conoscenze indispensabili per una corretta ed adeguata gestione delle risorse stesse, soprattutto in relazione alle prevedibili linee di sviluppo economico, sociale e politico”.
Il controllo delle risorse, anche a scala europea e mondiale, è quindi indispensabile. “Le risorse idriche a livello globale – conclude il Direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del CNR, prof. Giuseppe Cavarretta – vengono oggi messe in crisi soprattutto a causa del notevole incremento demografico e del generalizzato incremento della domanda. Di fronte a tali problematiche è pertanto necessario rispondere fornendo a tutti i governanti le conoscenze necessarie per assumere indirizzi e scelte che anticipino i probabili cambiamenti, ma che, per risultare veramente efficaci, devono essere riconosciute e fatte proprie da tutti i livelli della società, a partire dai singoli cittadini”. Portare a conoscenza di queste problematiche, così attuali e così importanti per le future generazioni, è quindi un compito fondamentale di tutto il mondo della ricerca scientifica che si occupa di ambiente e di natura.
Franco Vivona
Ricercatore del CNR