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Arriva il codice dell’ambiente

24 marzo 2009 0 commenti

La comunità scientifica è chiamata a dare convenienti risposte in termini di programmi e progetti di ricerca per una conoscenza più rigorosa dei problemi ambientali e offrire metodi e strumenti a tutti coloro che devono legiferare in questo campo. Scienza, tecnica e precetto normativo devono quindi essere opportunamente contemperati allo scopo di realizzare l’obiettivo comune della protezione dell’ambiente e, quindi, della salute dell’uomo. “Il dialogo e la comunicazione ecologica tra ricercatore e legislatore devono essere necessariamente serrati, allo scopo di consentire al primo, dopo la valutazione scientifica del rischio, di esprimere una prognosi univoca, e al secondo di gestire il rischio analizzato attraverso i risultati della ricerca”. Queste sono le affermazioni di Angelo Buonfrante, che ha curato per Utet Giuridica il volume “Codice dell’ambiente e normativa collegata”, che sarà presentato oggi 24 marzo a Bari, nell’Aula Magna del Palazzo Ateneo della locale Università. Alla redazione del commentario hanno collaborato Fabrizio Bianchi e Liliana Cori, ricercatori del CNR presso l’Istituto di Fisiologia Clinica. (www.ifc.cnr.it).
Non è certamente un caso che la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sin dalla sua fondazione – avvenuta nel 1946 – sia stata sempre presente in occasione delle conferenze internazionali contenenti tematiche ambientali, allo scopo di mettere in evidenza il prioritario problema della protezione della salute nei singoli Paesi e a livello planetario.
“La strategia europea su ambiente e salute – conferma Liliana Cori – ha gli obiettivi principali: ridurre il carico di malattia provocato da fattori ambientali, identificare e prevenire nuovi pericoli provocati da fattori ambientali, e rafforzare le capacità di elaborazione politica della Unione Europea”. In particolare, è bene segnalare che il 20 per cento del carico di malattia totale sulla popolazione si può attribuire a cause ambientali, e che il 98 per cento dei cittadini europei afferma di essere molto preoccupato dell’impatto dell’ambiente sulla salute.(www.euro.who.int/document/E91021.pdf).
“L’Italia è uno dei primi Paesi in Europa a collegare direttamente la disciplina dell’ambiente con quella della salute – conclude Fabrizio Bianchi – e con una adeguata VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) preventiva si possono prevenire molti dei rischi ambientali”.

Franco Vivona
Ricercatore del CNR