Tutela e gestione dei siti archeologici
Un convegno molto interessante, svoltosi nei giorni scorsi all’Università di Roma La Sapienza (Facoltà di Scienze MFN, Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio), ha consentito di fare il punto della situazione nel settore della tutela, della conservazione e della gestione integrata dei siti archeologici. Un argomento di primaria importanza in una Paese come l’Italia nel quale, come viene riconosciuto universalmente, si trovano la maggior parte dei beni archeologici del Mondo! Il Convegno è stato organizzato dal Ministero dei Beni Culturali, dall’Università di Roma La Sapienza e dal CNR come ISAC, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima e come ICES, International Center for Earth Sciences. Molto qualificata la presenza e la partecipazione dei relatori: dal rappresentante del Magnifico Rettore Luigi Frati, al Preside della Facoltà di SMFN Elvidio Lupia Palmieri, dal Direttore della Scuola di specializzazione in beni Architettonici e del Paesaggio Giovanni Carbonara, al Dipartimento della Protezione Civile con Elvezio Galanti, da Rossella Rea, archeologo e direttore scientifico del Colosseo, a Piero Meogrossi, architetto e direttore tecnico del Colosseo, da Michele Di Filippo, del Dipartimento di Scienze della Terra de La Sapienza a Ivo Di Menno de La Sapienza e dell’ICES e Vincenzo Malvestuto dell’ISAC-CNR. Tutte le relazioni sono state molto lucide ed interessanti ed hanno fornito un contributo fondamentale alla conoscenza ed alla valutazione tecnico-scientifica dell’importante problema. In particolare, la relazione di Di Menno e Malvestuto ha fatto conoscere per la prima volta gli importanti risultati conseguiti nel campo degli studi del microclima attorno all’Anfiteatro Flavio (ovvero il Colosseo, uno dei monumenti più importanti e più visitati al Mondo!). Sono stati presentati i dati raccolti in decenni di misure sperimentali, svolte in tutte le stagioni ed in vari punti del monumento, dati che sono stati raccolti ed elaborati proprio in funzione del progetto di conservazione e valorizzazione del Colosseo, così come di altri importanti monumenti della Capitale. In altre parole, la conservazione preventiva sta cambiando volto: infatti, non ci si limita più all’identificazione dei rischi potenziali, ma li si valuta e si definiscono le indispensabili ed indifferibili procedure per una loro gestione e mitigazione! L’obiettivo è quello di pervenire in tempi brevi alla elaborazione di una proposta per elaborare un progetto organico di conservazione e valorizzazione dell’Anfiteatro Flavio, che veda la partecipazione di tutti i protagonisti istituzionali e del mondo della ricerca scientifica e tecnologica pubblica e privata. In questo campo vale la pena di ricordare, oltre alla importante attività dell’ISAC a Roma per il Colosseo, quelle altrettanto qualificate ed importanti sempre dell’ISAC a Bologna e a Padova nel campo della interazione tra agenti atmosferici e beni culturali ed archeologici.
Franco Vivona