Energie rinnovabili ed Enti locali
Il mondo della ricerca scientifica e tecnologica non può che accogliere con grande soddisfazione il crescente impegno, da parte di numerose amministrazioni locali (comuni, province e regioni), in tema di energie rinnovabili; sempre più spesso le cronache nazionali e regionali annunciano la emanazione di bandi pubblici che prevedono un consistente stanziamento di fondi per gli impianti fotovoltaici negli edifici pubblici, per la messa in efficienza della illuminazione pubblica e per la produzione di energia pulita da parte delle piccole e medie imprese. Questo dimostra che alcune Regioni hanno deciso di impegnarsi e di puntare sulla “green economy” con fondi indirizzati alla diffusione delle rinnovabili e della efficienza energetica. Ma vediamo, in breve sintesi, quali siano le caratteristiche generali degli interventi prima menzionati: il primo riguarda l’incentivazione della energia fotovoltaica negli edifici della pubblica amministrazione, degli Enti locali, delle Asl e delle aree protette, ottimizzando l’utilizzo della energia elettrica con finanziamenti a favore del solare termico e per la sostituzione degli scaldabagni elettrici (che sono tra i dispositivi più “energivori” tra tutti quelli presenti nelle case e negli uffici). Il secondo intervento riguarda la illuminazione pubblica, con lo stanziamento di fondi atti a migliorare sensibilmente l’efficienza delle reti di illuminazione, risparmiando energia (a parità di illuminazione), assicurando maggiore sicurezza ai cittadini ed intervenendo anche sugli impianti semaforici dei rispettivi territori. Per lampioni stradali e semafori l’orientamento prevalente è quello di puntare su una tecnologia di punta – rappresentata dai Led – che appare vincente sia dal punto di vista del risparmio energetico sia per quanto riguarda la durata delle lampade. (Per esempio, i Led consentono un risparmio energetico superiore al 50 per cento ed una durata pari a circa 50.000 ore, ovvero il 500 per cento in più di un sistema tradizionale!). Un terzo approccio riguarda le PMI, ovvero le Piccole e Medie Imprese nelle singole Regioni: in questo periodo di grave congiuntura economica le PMI sono in evidente difficoltà per poter realizzare investimenti nel campo della innovazione tecnologica e della efficienza energetica. Per questo motivo alcune Regioni prevedono stanziamenti che vanno a premiare le tecnologie più innovative nel campo della efficienza energetica, finanziando (in alcuni casi) fino al 50 per cento in conto capitale; in questo modo da una parte si ottengono indubbi benefici di carattere ambientale, e dall’altra si riducono i costi e si aumenta la competitività tra le varie imprese. Gli incentivi, in generale, riguardano l’involucro degli edifici, la razionalizzazione degli impianti energetici, l’acquisto di motori elettrici efficienti, gli impianti di cogenerazione e i sistemi di utilizzazione della geotermia (ove presente), nonchè i sistemi fotovoltaici, quelli eolici, a biomassa, biogas e biocarburanti, e anche sistemi che impiegano il solare termico ad alta concentrazione, senza tralasciare i sistemi di accumulo energetico, che ovviamente rappresentano una delle più importanti sfide dei prossimi anni nel campo dell’uso razionale dell’energia !
Franco Vivona