Le applicazioni del fotovoltaico in plessi scolastici
Sono ormai molti, in tutte le regioni italiani, i progetti che riguardano le applicazioni del fotovoltaico nei plessi scolastici, una sede molto adatta anche per incidere concretamente sulla coscienza e sulle conoscenze delle nuove generazioni, alle quali ovviamente è affidato il futuro del nostro Pianeta! Considerando che in Italia, purtroppo, la dura realtà è che circa l’ottanta per cento degli edifici è vecchio o molto vecchio, è chiaro che si deve puntare alle costruzioni nuove o almeno recenti per questo tipo di applicazione innovativa. Anche perchè la ricerca scientifica e tecnologica nel campo del fotovoltaico sta compiendo passi da gigante in Italia e in tutto il Mondo: stanno fortemente diminuendo i costi di produzione, sta aumentando l’efficienza, si stanno introducendo nel mercato modelli sempre più specifici, adatti alla integrazione architettonica. Esistono infatti pannelli semitrasparenti che risultano di fondamentale aiuto per la installazione in luoghi storici, tutelati dalle varie sovrintendenze; ci sono pannelli a film sottile, costituiti da silicio amorfo, meno efficiente, ma in grado di essere steso, arrotolato ed installato molto facilmente. Anche per questi motivi sta avendo molto successo la estesa applicazione del fotovoltaico nei plessi scolastici: si tratta di iniziative che vedono coinvolti il Ministero della Istruzione ed il Ministero dell’Ambiente, i Comuni interessati e ovviamente le associazioni ambientaliste operanti nei vari territori. Gli impianti vengono via via montati e testati, per affrontare poi le procedure Enel per l’allaccio alla rete elettrica del territorio. In generale questi impianti sono in grado di produrre, in maniera del tutto “pulita”, energia elettrica per una potenza media di 1,4 kilowattora, ovvero una potenza in grado di coprire i fabbisogni di una scuola di medie dimensioni (che comunque, in qualsiasi momento e per qualsiasi emergenza, potrà attingere energia dalla rete tradizionale!). Risulta invece ancora in fase sperimentale il fotovoltaico termodinamico, basato sul principio dell’utilizzo di grandi specchi che, concentrando i raggi del sole, producono vapore e temperature molto elevate, generando quindi una energia termica che può essere trasformata in energia elettrica. La fonte primaria è ovviamente costituita dalla energia solare, al posto dei classici combustibili fossili o della fissione nucleare. Nel caso del solare termodinamico la radiazione solare non viene sfruttata per generare direttamente energia elettrica, come avviene nel caso del fotovoltaico, ma come fonte primaria dell’impianto termoelettrico. Incoraggianti prospettive, quindi, per il fotovoltaico, che rappresenta il presente, ma rappresenterà ancora di più il futuro!
Franco Vivona