Ghiacciai inquinati come aree urbane !
I dati climatici ed atmosferici rilevati sulle montagne , afferma Agostino Da Polenza, presidente del Comitato EvK2Cnr, sono di importanza fondamentale per i più importanti progetti sul clima, condotti in collaborazione con Unep, Wmo, Nasa, Esa e Iucn; si tratta di informazioni inedite e uniche sia per la ricerca che per la politica, su cui EvK2Cnr, unica organizzazione al mondo in grado di fornirli in modo costante a quote così alte, continuerà ad investire nei prossimi mesi, affinchè in occasione della prossima conferenza sul clima delle Nazioni Unite siano prese misure concrete per l’Himalaya! Il Progetto Share promosso da EvK2Cnr rappresenta oggi un punto di riferimento mondiale per il monitoraggio climatico d’alta quota grazie alle 12 stazioni installate sulle montagne più alte del mondo, dall’Asia all’Africa; la punta di diamante è ovviamente la stazione ad ottomila metri di quota, che dalla primavera del 2008 fornisce dati ambientali in tempo reale dal Colle Sud dell’Everest. Ebbene, da questi dati si viene così a scoprire che esistono concentrazioni di inquinanti pari alle aree urbane e PM10 oltre i limiti europei sui ghiacciai himalayani ad oltre 5000 metri di quota ! Sono quindi, a dir poco, allarmanti i quattro anni di dati rilevati dal progetto Share, promosso da EvK2Cnr, ed analizzati nell’ambito di una esemplare collaborazione con il Nasa Goddard Space Flight Center; per effetto dell’Asian Brown Cloud si è stimato che i ghiacciai himalayani possono subire una accelerazione dello scioglimento fino al 24 per cento rispetto alla fusione “normale” che subiscono nel corso della loro vita. In pratica si tratta di una minaccia che grava direttamente su un miliardo e mezzo di persone, mentre durante il recente summit di Copenhagen nessun atto dedicato ai ghiacciai himalayani sembra sia stato inserito ufficialmente nell’agenda del Cop15… Questo è quanto emerge dai dati rilevati presso l’osservatorio NCO-P sull’Everest, in uno studio recentemente presentato durante l’AGU Fall Meeting 2009 a San Francisco da ricercatori della NASA, CNR, CNRS e EvK2Cnr. I primi 4 anni di osservazioni, dal 2006 al 2009, eseguite presso il Nepal Climate Observatory – Pyramid (NCO-P), hanno permesso di ottenere importanti informazioni sia sul black carbon che sull’ozono, sulla radiazione solare e su altri parametri atmosferici alla quota di 5079 metri sulle pendici dell’Everest, dove è posta la stazione di misura più elevata del network dedicato all’Atmospheric Brown Cloud di Unep.
Franco Vivona