Il riassetto della rete elettrica dell’alta tensione
Alcuni anni or sono partecipai ad una conferenza stampa di Terna riguardante il riassetto della rete elettrica nazionale dell’alta tensione nelle varie regioni italiane, con particolare riferimento a quelle del centro-nord, grazie alla realizzazione di adeguati elettrodotti interrati; in cuor mio ero proprio contento perchè speravo che in questo modo avrei potuto salvare i miei 4 abeti attorno alla casa in montagna in una delle valli dell’Ossola, la cui crescita progressiva andava ormai a sfiorare le linee aree della rete elettrica, una volta della Società Edison ed ora di proprietà dell’Enel! Beh, dopo alcuni anni gli abeti sono stati abbattuti per motivi di sicurezza e le linee elettriche continuano ad essere aree e non sotterranee…purtroppo! Mentre in pianura i lavori di riassetto sembrano procedere abbastanza celermente, invece nelle valli alpine la trasformazione avverrà in tempi successivi. Non così a Roma, la città nella quale abito per la maggior parte dell’anno, dove Comune di Roma, Terna e Acea hanno recentemente lanciato il programma di ammodernamento e razionalizzazione della rete elettrica della Capitale, quale aggiornamento e stralcio del protocollo d’intesa a carattere nazionale. Tra il 2010 ed il 2011 saranno conclusi gli iter realizzativi e saranno aperti i cantieri nei Municipi I, III, IV, XII, XV e XX di Roma con tempi previsti per la completa realizzazione pari a circa 36 mesi. Questo grande ed importante intervento porterà ad una significativa riduzione delle perdite di rete pari a circa 58 milioni di Kwh/anno (pari ad un consumo di oltre 20.000 famiglie) con una riduzione della CO2 pari a 26.000 tonnellate/anno, equivalenti alle emissioni, sempre in un anno, di oltre 8000 veicoli a gasolio! In pratica, il protocollo prevede la realizzazione di un vero e proprio “raccordo anulare dell’energia elettrica” attorno alla Capitale, mediante la costruzione di un nuovo elettrodotto a 380 Kv con un semianello di circa 40 km di lunghezza, ovviamente più potente di quelli esistenti ed in grado di rispondere alla crescente richiesta di energia proveniente dai nuovi insediamenti urbani previsti nell’ambito del Piano Regolatore di Roma. Le demolizioni delle linee aree consentiranno di liberare circa 300 ettari di terreno e di risolvere le criticità territoriali per più di 2500 edifici che sorgono nei pressi delle linee elettriche; di recuperare 3000 tonnellate di acciaio, 440 tonnellate di alluminio, 90 tonnellate di vetro e 300 tonnellate di calcestruzzo. Per la realizzazione di questo imponente progetto è prevista la apertura di 40 cantieri, con l’impiego di circa 50 ditte specializzate ed un numero medio di addetti pari a 400 unità, che nei periodi di maggior lavoro potrà anche raddoppiare. Bene, molto bene, sono contento per Roma, ma resto dispiaciuto per i miei 4 abeti che circondavano la mia casetta in montagna…!
Franco Vivona