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Ambiente,energia e turismo tra Italia e Svizzera

7 agosto 2010 0 commenti

Da circa 60 anni mi reco nel periodo estivo in Valle Formazza, una splendida valle in provincia di Verbania, che si raggiunge percorrendo la statale 659 che sale da Domodossola a Crodo (Valle Antigorio), per proseguire poi per Baceno e Premia, e quindi per i tanti paesini della Valle Formazza, che si inerpica fino ai 2500 metri del Passo  San Giacomo, costeggiando la magnifica Cascata del Toce (sede di arrivo di una impegnativa tappa del Giro d’Italia di qualche anno fa) e la piana di Riale (dove sorge un ben attrezzato centro sportivo a livello internazionale per la pratica e gli allenamenti agonistici dello sci di fondo). In questa valle si contano numerosi laghi artificiali con altrettante dighe, che furono costruite parecchi anni or sono dalla Società Edison, che poi le passò all’ENEL negli anni delle “nazionalizzazioni”. L’ energia idroelettrica prodotta in questa valle fornisce elettricità a buona parte della Valle Padana e quindi a buona parte dell’Italia settentrionale. Negli anni settanta, sempre in questa valle, ho diretto, come CNR IFA Istituto di Fisica dell’Atmosfera e nell’ambito delle attività del Comitato Glaciologico Italiano, studi e ricerche nel campo della neve e della previsione delle valanghe. Questa valle confina con la Svizzera e si trova praticamente a metà strada tra la strada ed il traforo del Sempione e la strada ed il traforo del Gottardo. Ho sempre sostenuto, in tutti questi anni, la fattibilità e la utilità del proseguimento della strada statale dal Passo San Giacomo fino in Svizzera, per vari motivi: il primo di carattere turistico ed ambientale, per consentire a tutti i turisti europei di conoscere i magnifici paesaggi della valle e la straordinaria maestosità della Cascata del Toce, il secondo di carattere energetico, per far conoscere a giovani e meno giovani la grande utilità delle risorse idroelettriche, in un periodo nel quale si parla molto di energie rinnovabili ed alternative, ed il terzo di carattere strategico, in quanto – specialmente nel periodo invernale – accade che uno dei due Passi (Sempione e Gottardo) o addirittura entrambi, non siano transitabili per problemi di neve, frane o slavine; per cui apparirebbe molto opportuno poter usufruire di una terza via alternativa per affrontare gli inconvenienti che la chiusura di uno o due passi possono comportare. E’ da notare che, dal punto di vista orografico, la via di comunicazione tra Italia e Svizzera attraverso la Valle Formazza non presenterebbe grandi difficoltà di realizzazione: infatti, da Domodossola al Passo San Giacomo la strada è già tracciata e andrebbe soltanto ampliata secondo gli standard internazionali, mentre la discesa dal Passo San Giacomo giù in Svizzera non presenterebbe difficoltà proibitive o insormontabili. Non credo nemmeno che ci sarebbero posizioni contrarie da parte degli abitanti delle adiacenti valli in Italia ed in Svizzera, anche perchè ritengo che il “maggior traffico” sarebbe compensato da un sicuro incremento nel turismo, nel commercio, nei nuovi posti di lavoro per i giovani dei due Paesi, e nella massima conoscenza e valorizzazione dell’ambiente delle valli di transito e collegamento!

Franco Vivona