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Nel Lazio 317 comuni utilizzano il fotovoltaico

21 aprile 2011 0 commenti

In precedenti articoli avevo sottolineato come, a parer mio, la Provincia italiana sia molto più sensibile nei confronti delle energie rinnovabili rispetto alle istituzioni centrali del Paese e alle metropoli delle varie regioni: la conferma viene anche dal rapporto, recentemente presentato da Legambiente, relativo alla Regione Lazio e riguardante la utilizzazione, nei vari comuni del territorio, di fotovoltaico, idroelettrico, biomasse, eolico e geotermico; ebbene, risulta molto evidente come il Lazio stia continuando il suo positivo e crescente impegno nel campo delle rinnovabili: basti pensare che nella regione risultano installati ben 8857 impianti in 317 comuni (da notare che nel 2006 nel Lazio esistevano soltanto 76 impianti fotovoltaici!). Bene, molto bene, ed una ulteriore conferma di questa tendenza si è avuta anche a Palestrina, dove la Associazione Culturale Trafelli di Nettuno, ha organizzato, in collaborazione con il Comune e con l’Istituto Tecnico Luzzatti, un affollato convegno tecnico sul risparmio energetico. Molti i relatori intervenuti, moltissimi i partecipanti, imprenditori giovani e meno giovani, tutti molto interessati alle tecnologie pulite, e molto importante e qualificata la presenza del sindaco di Palestrina, del vice-sindaco di Zagarolo e di due assessori di comuni limitrofi, i quali  sono intervenuti, non solo per portare il consueto saluto delle loro amministrazioni locali, ma soprattutto per testimoniare il loro impegno personale e di tutta la giunta comunale per procedere senza indugi e con la massima convinzione nella politica delle rinnovabili. E’ stato quindi facile, per tutti i relatori, tra i quali il sottoscritto, presentare dati, tabelle, figure e valutazioni circa il risparmio energetico in Italia, che inizia a livello domestico, quotidianamente, nelle proprie case, e si estende poi agli edifici pubblici, alle fabbriche ed alle industrie del nostro Paese. Già un risparmio energetico “a tappeto” consentirebbe di raggiungere una significativa quota del 25 per cento, che consentirebbe di far decrescere la nostra drammatica dipendenza dal petrolio acquistato all’estero, quota che si attesta attualmente a circa l’85 per cento del nostro bilancio energetico. Una adeguata utilizzazione delle energie rinnovabili, solare, eolico, geotermico, rifiuti, biomassa, biocombustibili, e così via, ci farebbe sperare di arrivare ad una ulteriore quota attorno al 20 per cento, che ci porterebbe quindi ad un totale del 45 per cento, contro il già indicato riferimento dell’ 85 per cento. Non è poco, certamente, ma non è assolutamente molto, e quindi ci si deve impegnare , tutti e subito, e  con una serietà di intenti accresciuta dalla recente “rinuncia” al nucleare, auspicata da molti e annunciata ufficialmente nei giorni scorsi dal Governo. E questo impegno risulterà fortemente giustificato dal fatto che – a conti fatti, vedi Rapporto Irex sulle rinnovabili presentato recentemente da Althesys – il totale degli investimenti del 2010 da parte del Paese Italia nel campo delle rinnovabili equivale allo 0.4 per cento del Pil italiano che, nello stesso anno, è cresciuto dell’ 1 per cento ! Un dato molto importante e significativo, che ci deve spingere ad andare avanti, sempre più convinti e convincenti: basti pensare che una proiezione dello sviluppo delle rinnovabili in Italia al 2020, porterebbe un beneficio complessivo compreso tra 24.3 e 32.3 miliardi di euro, con evidenti effetti degli investimenti in rinnovabili che si andranno a misurare anche in termini di indotto occupazionale, ulteriori ricadute positive sul Pil, oltre naturalmente alla minor dipendenza dalle fonti fossili, con ulteriore diminuzione della dipendenza dal predetto 85 per cento! E allora, coraggio, con un entusiasmo crescente verso le energie rinnovabili in tutte le Regioni e le Province italiane.

Franco Vivona