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Utilizzo di energie rinnovabili, regioni e comuni d’Italia

1 maggio 2011 0 commenti

In precedenti articoli ci siamo soffermati sulle iniziative, nel campo delle energie rinnovabili  in Italia, a partire dai livelli governativi per arrivare fino alle regioni, alle province e ai comuni del nostro Paese; l’aspetto positivo è che la tendenza generale è quella di adottare, in tempi brevi e medi, le energie pulite un po’ dappertutto, e questo lascia ben sperare per il futuro, nonostante ogni tanto pervenga qualche notizia non molto incoraggiante. Per esempio, quella recente che riguarda il decreto governativo sugli incentivi al solare fotovoltaico: le Regioni italiane avevano chiesto la garanzia sugli investimenti in corso, la tutela della filiera delle rinnovabili, la riduzione graduale degli incentivi, per far crescere comunque il settore,  e la bonifica dall’amianto con  la installazione degli impianti fotovoltaici. Il Governo ha presentato invece queste proposte: sospensione degli incentivi al raggiungimento di 8 mila Mw; taglio retroattivo del trenta per cento sugli incentivi per l’eolico; asta al ribasso per i nuovi impianti in campo eolico; premi per gli impianti fotovoltaici efficienti, e sostegno transitorio per i grandi impianti fotovoltaici, 447 fino a dicembre 2011 e 373 fino a dicembre 2012. Le Regioni hanno espresso parere negativo, anche se un sostanziale accordo è stato trovato sulla valorizzazione degli investimenti nei tetti e nelle aree cosiddette già impegnate, soprattutto sulla non risoluzione del problema dei diritti acquisiti rispetto al decreto dell’agosto 2010, e sulla questione del decremento degli incentivi che, alle Regioni, appaiono troppo bruschi. Mentre questo accade a livello centrale, in periferia, nei comuni più attivi e desiderosi di essere adeguati agli stimoli provenienti da tutto il mondo, continua l’impegno concreto ed inesauribile per varare provvedimenti ed interventi a breve, medio e lungo periodo: per esempio mediante l’adozione del fotovoltaico nelle scuole, nella riqualificazione energetica degli edifici comunali, per rendere più efficace ed efficiente la illuminazione pubblica, nonchè il rinnovo del parco mezzi pubblici di trasporto locale. La volontà è quella di abbattere i consumi energetici tradizionali più o meno inquinanti, aderendo così al Patto tra i Sindaci dei Comuni di tutta Europa, che vogliono ridurre, entro l’anno 2020, le proprie emissioni sul territorio del 20 per cento rispetto ai valori rilevati nell’anno 1990. L’adesione dei Comuni a questo Patto Europeo impone lo sviluppo di un PAES, ovvero un Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, da presentare in sede europea entro un anno dalla firma del Patto stesso. Ecco, gli esempi sono questi, e serve davvero un impegno serio, concreto e continuo per difendere il nostro ambiente planetario, e per cercare di creare un futuro migliore e sostenibile per le nuove generazioni!

Franco Vivona