Ambiente, ricerca e nuove tecnologie
Già negli anni ’70, nell’ambito delle attività di ricerca del CNR-Istituto di Fisica dell’Atmosfera, avevo voluto sperimentare alcune nuove tecnologie per studi e ricerche in campo ambientale, atti alla salvaguardia dell’ambiente, della natura e delle vite umane. Ricordo i periodi trascorsi sulle Alpi e sugli Appennini, nell’ambito di una più vasta collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano di allora, per applicare le tecniche all’infrarosso nello studio della neve e della previsione delle valanghe; si trattava di studi del tutto innovativi e che si integravano alla perfezione con quelli tradizionali portati avanti dal CAI-Club Alpino Italiano, dal Soccorso Alpino e da altri Enti italiani. A suo tempo furono scritte alcune pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali, che da una parte destarono un vivo interesse e dall’altra la spinta ad applicare queste nuove tecnologie in maniera estesa e sistematica. Un altro settore che mi appassionava molto era quello degli incendi nei boschi e della possibilità di segnalarli immediatamente, o in tempi molto brevi, agli Enti preposti per intervenire; si era in un periodo nel quale tali incendi, quasi tutti dolosi, erano purtroppo molto frequenti ed aprivano la strada a vari tipi di speculazione (edilizia e di altro genere). Anche per i motivi suddetti ho quindi salutato con molta soddisfazione la importante iniziativa della Provincia di Roma in tema di lotta agli incendi con un sofisticato sistema integrato per la videosorveglianza ed il monitoraggio, in via di sperimentazione su due aree boschive considerate a rischio (quella nei pressi del Monte Tolfa, a nord di Roma, e quella ad est del lago di Albano). Il progetto prevede di estendere in tempi brevi questo tipo di sperimentazione anche ad altre zone particolarmente sensibili, come quella del Monte Gennaro, l’Alta Valle dell’Aniene e la parte bassa dei Castelli Romani: insomma, si tratta di zone molto importanti e sicuramente rappresentative nella vasta e bellissima provincia di Roma! Questo sistema di monitoraggio si chiama Ciclope, ed è costituito da un centro di controllo ed amministrazione e da alcuni punti di acquisizione dati e sorveglianza del territorio, installati nelle zone da controllare. I dati e le immagini provenienti dai punti di osservazione vengono elaborate ed immaganizzate grazie ad un software operante su un sistema hardware appositamente dedicato allo scopo. Ovviamente l’accesso alle immagini e ai dati è previsto per più utenti, prima fra tutti la Centrale Operativa della Polizia provinciale di Roma. La previsione del vertice della Amministrazione provinciale (Presidente Zingaretti e Assessore alla Sicurezza Paluzzi) è che, nel giro di dodici mesi dall’avvio della sperimentazione, tutte le aree boschive della Provincia potranno essere monitorate e sorvegliate. Bene, un sistema moderno ed efficace, come dicevo all’inizio di questa nota, per la salvaguardia dell’ambiente, della natura e delle vite umane!
Franco Vivona