Recupero energetico da rifiuti urbani in Italia
Ancora un interessante convegno a Roma, a cura questa volta di Enea e di FederAmbiente, a proposito della presentazione del terzo Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia, convegno svoltosi presso la sala Capranichetta in piazza Montecitorio, alla presenza e con gli interventi di Giovanni Lelli, commissario Enea, Gianluca Cencia, direttore FederAmbiente, Pasquale de Stefanis, Tecnologie Ambientali Enea, Ella Stengler, managing director Cewep Confederation of European Waste-to-Energy Plants, e numerosi altri esperti in rappresentanza di Enti ed Istituzioni italiane, dal Ministero dell’Ambiente al Senato della Repubblica, da AssoAmbiente a LegaAmbiente. Dati molto interessanti ed importanti, in quanto da essi si desume che l’Italia, nella gestione dei rifiuti urbani, tra i 27 Paesi della Unione Europea, si colloca al di sopra della media, ovvero a quota 541,3 kg/anno procapite rispetto alla media 512,3. A livello comunitario il quaranta per cento dei rifiuti viene riciclato o compostato, il venti per cento avviato ad incenerimento ed il 37,3 per cento smaltito in discarica. Il nostro Paese, con il 49,1 per cento dei rifiuti inviati in discarica, si colloca piuttosto al di sopra della media europea che, come si è detto, è pari al 37,3 per cento (certamente da inviare la Svizzera, che ha già centrato il prestigioso obiettivo della completa abolizione della discarica!). Complessivamente, nei 30 Paesi europei considerati, esistono 446 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani: di questi, in Italia ne esistono (alla fine del 2010) 53, dotati di 102 linee, per una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate per anno, con una capacità termica di 2.925 Megawatt ed una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. Le tipologie degli impianti sono: 82,3 per cento combustori a griglia, 14,8 per cento letto fluido, 1,8 per cento tamburo rotante e 1,2 per cento gassificatore. Come vengono trattati i fumi ? Le principali tecniche impiegate per la rimozione degli inquinanti sono la depolverazione, la rimozione dei gas acidi e la rimozione degli ossidi d’azoto. Rifiuti trattati: il 47,8 per cento è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati, il 34,2 per cento da frazione secca e combustibile derivato dai rifiuti e il 18 per cento da rifiuti speciali e sanitari. L’energia recuperata: dal 2004 al 2012 la produzione di elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione di energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh. Infine gli sviluppi previsti del sistema: da qui all’anno 2014 è previsto un significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico; ciò per effetto della ristrutturazione e dell’ampliamento degli impianti di Modena, Roma e San Vittorie (FR), e della costruzione dei nuovi impianti di Torino, Bolzano, Parma, Albano (Roma), Manfredonia, Modugno e Gioia Tauro. Ecco qua, un rapporto davvero esaustivo, molto interessante e fruibile e del tutto incoraggiante nel campo del recupero energetico dei rifiuti urbani in Italia.
Franco Vivona