Agroecologia : un passo avanti
La Fao ha organizzato il 18 e 19 settembre il primo, storico, simposio internazionale sull’agroecologia. Un evento che segna un primo ed un dopo per il sistema delle Istituzioni internazionali che lavorano su agricoltura e alimentazione. L’agroecologia esce definitivamente dal cono d’ombra ed abbiamo un primo comune intendimento sul concetto di agroecologia che ancora oggi viene interpretato in maniera molto differente, troppo spesso, in senso riduzionista come semplice tecnica agronomica per rendere più sostenibile l’agricoltura industriale. L’agroecologia è sapere contadino, dei popoli indigeni, dei pastori , dei pescatori che sono al centro di qualsiasi modello agroecologico che infatti riduce al minimo l’apporto di input esterni al sistema, valorizza le risorse genetiche ed animali locali ed, in generale, il rapporto uomo/natura circostante, da cui apprende, per migliorare la propria produzione. L’agroecologia punta alla sovranità anche energetica oltre che alimentare per riprendere un ruolo fondamentale dell’agricoltura che è quello di energia al sistema:al contrario del modello agroindustriale che ha reso l’agricoltura totalmente dipendente dal petrolio. L’agroecologia rafforza le comunità locali perché è azione di trasformazione sociale ed in questo senso l’agroecologia non è mai un processo individuale ma che coinvolge tutto il territorio, e quindi le loro organizzazioni che li mettono in rete.
La prossima settimana iniziano le attività nell’orto per oltre 200 ragazzi delle scuole della periferia di Roma. Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio, ha avuto l’adesione dall’ Assessorato allo sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana del Comune di Roma. L’Agricoltura sociale biologica, favorendo la coesione sociale e la valorizzazione delle diversità in modo sostanziale e continuativo, consente l’inserimento sociale di alunni appartenenti a fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione. L’Agricoltura Sociale Biologica riesce, infatti, a coniugare l’utilizzo delle risorse agricole produttive in maniera multifunzionale e rispettando l’ambientale – con le attività sociali finalizzate a generare benefici inclusivi.Il rapporto con la terra e i viventi può aprire la mente dei ragazzi, offrire loro delle occasioni di crescita individuale e sociale, aumentare le capacità di tolleranza.
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(fonte ufficio stampa AIAB)