Roma, Festival delle Scienze, L’Ignoto ha attirato 20.000 visitatori
Oltre 20.000 presenze in quattro giorni e tanti incontri sold out: si chiude oggi con un nuovo successo la decima edizione del Festival delle Scienze all’Auditorium Parco della Musica. Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, esprime grande soddisfazione: «Dieci edizioni fanno del Festival delle Scienze l’evento meritatamente più longevo dell’Auditorium. Una volta di più la sua formula ha conquistato il nostro pubblico che ha potuto condividere il piacere della conoscenza scientifica con grandi scienziati capaci di divulgare contenuti complessi in maniera semplice. L’undicesima edizione, che è stata già programmata dal 21 al 24 gennaio 2016 con tema Il Cambiamento, si prefigura come una nuova e affascinante occasione per comprendere alcune delle sfide che la scienza sta affrontando per trasformare la crisi sistemica in opportunità di crescita». Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura, e la direzione scientifica di Vittorio Bo e Jacopo Romoli, il Festival è stato un’avventura tra lectio magistralis, incontri, dibattiti, eventi per le scuole, exhibit, spettacoli, con grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale che si sono confrontati sul tema dell’ignoto. Perché «Per la scienza non esistono “certezze assolute”» e proprio per questo «essa è il migliore strumento che abbiamo per raggiungere quanto di più certo è concesso a noi creature mortali», ha spiegato Carlo Rovelli durante la sua affollatissima lectio magistralis, che ha registrato il tutto esaurito. Sold out anche la lectio magistralis del filosofo della New School for Social ResearchSimon Critchley sul pericolo delle certezze (introdotta Antonio Pascale), il dialogo tra il cosmologo John Barrow, professore di Scienze Matematiche a Cambridge, e Caleb Scharf, direttore del Centro di Astrobiologia della Columbia University, introdotti da Amedeo Balbi, su Cosa ancora non conosciamo e forse non potremmo mai conoscere nell’universo e la presentazione del libro Particelle familiari di Marco Delmastro, fisico del CERN. Al completo anche gli spettacoli Quello che non so, a cura INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha condotto il pubblico in un viaggio alla scoperta di alcuni dei misteri più affascinanti della ricerca contemporanea (a cui ha partecipato in collegamento video di Fabiola Gianotti) e Natura non facit saltus, scientia facit di e con Giovanni Bignami prodotto da Media INAF, dedicato alla costanza dell’evoluzione e ai repentini balzi avanti della conoscenza. Molto affollate anche le lectio magistralis del grande matematico Marcus du Sautoydell’Università di Oxford su Numeri e incertezza (introdotto da Claudio Bartocci) e diMelissa Franklin, direttrice del dipartimento di Fisica di Harvard, che ha condotto gli spettatori attraverso La misura dell’incertezza e l’incertezza della misura (introdotta da Mauro Dorato). Sala piena e pubblico attento e motivato per la conferenza dello scrittore e accademico inglese Dylan Evans su Risk intelligence. Come calcoliamo (male) l’incerto (introdotto da Simona Morini) e per l’intervento di Peter Ludlow, professore di Filosofia alla Northwestern University sulla Guerra per la conoscenza (introdotto da Fabio Chiusi). Sala colma anche per il dialogo tra il paleontologo e biologo evoluzionista dell’Università del Kansas Bruce Lieberman e Telmo Pievani, esperto di teoria dell’evoluzione dell’Università di Padova, che si sono confrontati su Il caso e l’incertezza nell’evoluzione della vita. Numerose le prenotazioni per gli appuntamenti conclusivi di oggi: la lectio di Angelika Kratzer, docente al Dipartimento di Linguistica all’Università del Massachussets, che affronta alle 17 il tema del linguaggio dell’incertezza (introdotta da Paolo Santorio), Mangiocomeparlo, la lezione di cucina di Carmelo Chiaramonte in programma alle 18.30 e il dialogo su (In)certezze su libertà e responsabilità tra i filosofi Erin Kelly e, in collegamento Skype, Daniel Dennett della Tufts University (introdotti da Mario De Caro) che chiuderà stasera alle 19 il Festival. Molto apprezzati anche gli altri appuntamenti del Festival: il concerto Mare Ignotum. La paura della paura, con la partecipazione di Maurizio Ferraris e interpretato da Patrizia Polia e dall’orchestra PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble) a cura diOscar Pizzo, i dialoghi tra Jeff Leek, professore associato di Biostatistica e Oncologia alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, e David Hand, professore di Matematica all’Imperial College di Londra su come Calcolare l’incertezza con precisione, e quello tra Stuart Firestein, direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche della Columbia University, e Achille Varzi, professore di Filosofia alla Columbia University (introdotti da Matteo Morganti) su Ignoranza e conoscenza. Grande successo anche per la serie di iniziative dedicate alle scuole, patrocinate da Roma Capitale – Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità: il laboratorio didattico Chi ha paura del buio?, a cura di INAF Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di Roma, dove i ragazzi delle scuole elementari e medie hanno potuto fare nuove scoperte in compagnia degli scienziati di INAF – Osservatorio Astronomico di Roma. Gli studenti delle superiori hanno invece potuto assistere alla conferenza e proiezione Prossimamente… la scienza (a cura di INAF Istituto Nazionale di Astrofisica e RAI Educational). Dedicato ai ragazzi delle scuole medie anche un laboratorio di giornalismo a cura di Agenzia Ansa in cui è stato possibile eseguire tutte le fasi della lavorazione di una notizia. Apprezzati anche gli exhibit nei foyer: Indovina che?, un grande gioco in cui il pubblico si è divertito a indovinare i volti dei protagonisti del Festival, e Tutto quello che non so, un dizionario interattivo dell’ignoto per esplorare contenuti sconosciuti (a cura di Davide Coero Borga, dimostra | la scienza prende forma). Grande successo anche per Meet LHC, piccola mostra dedicata ai 60 anni del CERN e al contributo italiano ai suoi successi, in cui si è potuto ripercorrere la storia dell’LHC, il più grande e potente acceleratore di particelle mai realizzato (a cura di INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). Anche quest’anno il Festival è stato trasmesso in diretta dall’Auditorium da Radio3 Scienza, il quotidiano scientifico della terza rete, con interviste ai protagonisti della manifestazione. (fonte ufficio stampa Ex Libris per Festival delle Scienze 2015).