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PESCA ILLEGALE CON FONDI DELL’UNIONE EUROPEA. POSSIBILE?

24 marzo 2011 0 commenti
Gavin Parsons - Greenpeace - Marine Photobank

Gavin Parsons - Greenpeace - Marine Photobank

Che la pesca Illegale, Non dichiarata e Non regolamentata (INN) sia un fenomeno di livello mondiale capace di produrre un fatturato annuale di oltre 10 miliardi di euro è un fatto assodato. Come pure che raggiunge livelli ragguardevoli anche in acque europee (tra le stime: 66% di tutto il pescato nel Mare del Nord, 50% degli sbarchi di tonno e pescespada nel solo Mediterraneo). La sorpresa è che ad “aiutarla” provvedono anche i fondi europei, grazie a carenze di controllo. Il tema è stato affrontato nel corso di un seminario, organizzato a Bruxelles dall’eurodeputato Luigi De Magistris alla presenza di Maria Damanaki, Commissario europeo della pesca. Oggetto della discussione, i dati presentati da OCEAN2012, una coalizione di 119 organizzazioni decise a promuovere una riforma comunitaria in grado di mettere fine alla pesca eccessiva. Sotto esame, tra le altre cose, anche alcune decine di milioni di euro in aiuti pubblici finiti nelle reti di pescatori che pescano illegalmente e assottigliano pericolosamente gli stock ittici .

In soli tre Paesi (Italia, Francia e Spagna) decine di milioni di euro di contributi al settore sono stati assegnati a pescherecci e operatori sanzionati, anche ripetutamente, per infrazioni gravi alla Politica Comune della Pesca (PCP).

Per Francia e Spagna, basta leggere l’eloquente (preoccupante) lista pubblicata da Fishsubsidy.org, che rivela la quantità di denaro pubblico, oltre 13.5 milioni di euro dal 1994 al 2006, elargito in favore di  36 pescherecci sanzionati per infrazioni gravi. Situazione simile in Italia, dove circa 100 pescherecci, molti dei quali ripetutamente multati per pesca illegale con reti derivanti (spadare e ferrettare), hanno ricevuto 13.8 milioni di euro in aiuti pubblici, tra 1999 e 2010.

Alcuni casi saltano all’occhio, e a scorrere reati e soldi intascati c’è davvero l’imbarazzo della scelta:

In Italia. Tra il 2005 e 2006, il peschereccio Sibari II viene sanzionato tre volte per pesca illegale con le spadare. Nel giugno 2006 gli vengono sequestrate 11 km di spadare, mezza tonnellata di pescespada e 150 Kg di tonno. Dopo pochi mesi riceve 545.000€ di contributi pubblici.

In Spagna. Nel 2005 la Hodeiertza riceve una sanzione per pesca illegale in acque francesi. Costruita con 1.2 milioni di euro di fondi europei, dopo essere stata sanzionata, riceve altri 31.906 euro per ammodernamento nel 2006. Un recente caso mostra, inoltre, la disinvoltura con la quale la Spagna, paese che riceve il 46% degli aiuti comunitari destinati alla pesca,  assegna gli aiuti pubblici nazionali. Nel giugno del 2010, l’impresa ittica spagnola Albacora, proprietaria del peschereccio Albacore Uno, riceve una multa di 5 milioni di euro dal governo degli Stati Uniti per pesca di frodo nelle acque statunitensi. Quattro mesi dopo riceve dal governo spagnolo 307.000€ per aumentare il livello di sicurezza della sua flotta a rischio pirati nell’Oceano Indiano.

In Francia. Nel 2005, dopo aver ricevuto 350.000€ di aiuti pubblici, il peschereccio La Pérouse viene fermato per pesca con attrezzi vietati.

Che fare?

“Procedere a una piena applicazione del Regolamento per combattere la pesca INN sulla flotta Europea – avverte Domitilla Senni di OCEAN2012 dal seminario di Bruxelles – Oltre a controllare l’importazione di prodotti ittici sul mercato comunitario o i pescherecci di paesi terzi, bisogna applicare le medesime sanzioni anche ai pescherecci dell’Unione Europea impegnati nella pesca inn e far si che l’accesso agli aiuti pubblici sia soggetto al rispetto delle regole della Politica Comune della Pesca.”