Un mare di verità
Tra trent’anni avremo ancora pesci da pescare nei mari e negli oceani?
Se la pressione sugli stock ittici continuerà ai ritmi attuali, no. Rimarranno solo fango e vermi. E’ la nera previsione di un gruppo di scienziati, autori di Sea theTruth, il film che racconta ‘un mare di verità’ sulla caccia indiscriminata e insensata a ogni cosa si muova nelle acque del pianeta blu. Il documentario, già presentato in Olanda, Belgio, Svezia, Canada, Giappone, approda a maggio al Parlamento Europeo. L’obiettivo è una visione che resti impressa negli occhi, e nelle coscienze, di quelli che, entro il 2012, decideranno del futuro delle nostre risorse marine con la Riforma della politica comune della pesca.
A parlare con immagini e fatti, alcuni tra i massimi esperti di pesca globale e mondo subacqueo. Daniel Pauly, professore di biologia marina alla British Columbia di Vancouver, avverte senza possibilità di appello che stiamo consumando pesce in modo insostenibile, e che lo stiamo facendo da troppi anni. Al punto che l’88% di tutti gli stock esaminati è sovrasfruttato, e che quasi un terzo ha oltrepassato i limiti biologici di sicurezza. Le potenti reti a strascico e le altre pratiche illegali (in Mediterraneo si usano ancora le spadare, reti a maglia larga lunghe fino a 30 km – dette per questo muri della morte – al bando in Ue dal 2002) tirano su a un ritmo che non consente alle specie di riprodursi e ne compromette fortemente il futuro.
A Dos Winkel, fotografo e documentarista della natura, si devono invece le suggestioni dei fondali di Bonaire nei Caraibi, un paradiso marino ancora oggi, seppure minacciato da inquinamenti di ogni genere.
Gli interrogativi di fondo restano: esiste una pesca sostenibile? È possibile scongiurare la fine dei nostri mari? Ma Sea the Truth informa chi non sa o sottovaluta, stupisce perfino quelli che amano il mare e i suoi abitanti, e soprattutto aiuta la convinzione delle risposte da dare. Le sue verità possono solo aiutare il mare e il futuro operato dei membri del Parlamento Europeo.
Good news
Il 95% degli italiani ritengono”molto importante” che i prodotti ittici in vendita nell’Ue arrivino da fonti sostenibili e non sottoposte ad un prelievo eccessivo. Lo dice un sondaggio indipendente condotto in 14 paesi europei e commissionato dal WWF.