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Fermiamo la pesca eccessiva o la pesca si fermerà

26 agosto 2012 0 commenti

La pesca eccessiva svuota gli oceani e rischia di affondare la flotta europea dei piccoli pescatori.

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Stop alla pesca eccessiva!

LE SETTIMANE EUROPEE DELLA PESCA

“Fermiamo la pesca eccessiva o la pesca si fermerà”!. E’ l’appello lanciato ai rappresentanti politici dell’Ue da associazioni ambientaliste, diving, organizzazioni di pescatori e semplici cittadini che per tutta l’estate  hanno dato vita a oltre 40 eventi in 11 Paesi europei organizzando mostre, convegni, foto di gruppo e attività di sensibilizzazione. In Italia moltissimi gli eventi promossi dai membri italiani di OCEAN2012, dalla Liguria, alla Campania fino alla Sardegna sono state organizzate attività  in spiaggia, convegni, mostre fotografiche e foto di gruppo per chiedere la fine del saccheggio dei mari.

I DATI

I dati sullo stato di salute delle risorse ittiche sono chiari: degli stock valutati nelle acque europee risultano sovrasfruttati il 72% e l’82% di quelli del Mediterraneo; più del 20% ha oltrepassato i limiti biologici di sicurezza; negli ultimi 60 anni gli stock di pesci di grandi dimensioni hanno subito un calo del 90% ed esiste il rischio di arrivare al collasso di tutte le specie pescabili in meno di 50 anni.

La causa di tutto ciò è la pesca eccessiva, imputabile a tecniche di cattura distruttive e insostenibili. La pesca a strascico, per esempio, impiega reti con un’apertura fino a 23.000 mq, l’equivalente di 4 campi da calcio; quanto basta per contenere 13 jumbo-jet, o più comunemente più di 500 tonnellate di pesce. Di queste 500 tonnellate molte sono considerate bycatch, vale a dire esemplari di specie marine non destinate alla pesca e catturate accidentalmente. Generalmente l’80-90% delle catture delle reti a strascico per i gamberetti viene rigettata a mare, ormai morto.

LA POLITICA COMUNE DELLA PESCA

“La Riforma della Politica Comune della Pesca, in discussione in UE, rappresenta un’occasione imperdibile per invertire questo trend negativo – ha dichiarato l’on. Guido Milana, vice-presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo al convegno di chiusura delle Settimane europee della Pesca organizzato da Slow Food – Due misure andrebbero adottate da subito: creazione di aree interdette ‘permanentemente’ alla pesca e puntuale pianificazione degli spazi marittimi. Sostenere la pesca artigianale che caratterizza il Mediterraneo e promuovere la sostenibilità ambientale dell’intero settore è una delle strade da percorrere per favorire il ripopolamento di stock ormai al collasso.  Dobbiamo ricordarci, dopo tutto, che il futuro dei pescatori e dell’alimentazione umana dipende essenzialmente dal futuro dei pesci”.

“Anche quest’anno, per tutta l’estate, abbiamo voluto tenere accesi i riflettori sulla condizione allarmante dei nostri mari e delle specie che li popolano, chiedendo ai cittadini di far sentire la propria voce per chiedere ai decisori politici dell’UE di mettere l’ambiente e la salute dei mari al primo posto: la sostenibilità ambientale è infatti il pre-requisito fondamentale per garantire la sostenibilità economica e sociale della pesca e delle comunità che dipendono da essa  – ha dichiarato Serena Maso, coordinatrice nazionale di OCEAN2012 – L’industria della pesca è finanziata con milioni di euro provenienti dai fondi pubblici comunitari. Soldi dei contribuenti, cioè nostri, serviti fino ad ora a svuotare il mare e incoraggiare una pesca distruttiva che rischia di non avere più un futuro”.