Piano casa: un condono mascherato?
Il rischio vero è che il cosiddetto piano casa che il Governo si appresta a varare venerdì prossimo sia in realtà un condono mascherato. Questo potrebbe avvenire anche al di là delle intenzioni del Governo che, per la verità, sin da subito ha dichiarato che le nuove cubature non potranno essere aggiunte a costruzioni abusive. Nella pratica infatti s’innesca un meccanismo che nessuno è in grado di controllore e quindi è da scommettere che tutti gli abusi realizzati e non soggetti alle domande di sanatoria precedenti, se non rilevati e denunciati, saranno fatti passare come opere nuove da autorizzare nei termini e limiti della nuove norme. Detto così sembra un’affermazione pregiudiziale, in realtà i fatti e l’esperienza dimostrano che il rischio è assolutamente concreto. Nessuno infatti può pensare che in Italia l’abusivismo edilizio si sia fermato al 2003, data dell’ultimo condono. E’ credibile che oggi si autorizzi l’estensione di una villetta quando quella stessa villetta ha una quota parte non condonata che potrebbe rientrare come cubatura o superficie nei termini delle opere ammissibili con le nuove norme? Questo certamente non riguarda poi solo i nuovi abusi, poiché tutta la questione dei condoni precedenti (1985, 1994 e 2003) è tutt’atro che chiusa.
Primo problema: le opere abusive soggette a domanda di condono o di sanatoria, come verranno considerate? Insomma, le cubature nuove potranno essere connesse ad opere abusive che sono in attesa di una risposta da parte delle pubbliche amministrazioni? Nessuno è in grado di dire quante siano le domande di condono ancora giacenti presso i Comuni. È certo che queste sono nell’ordine di qualche milione e in moltissimi casi si tratta di pratiche giacenti dal 1985. Come si procede rispetto a queste opere? E’ credibile che i comuni che non sono stati capaci di espletare queste pratiche siano in grado di controllare le procedure che, qualsiasi sia la norma che verrà emanata, consentirà o proibirà rispetto a queste costruzioni?
Secondo problema: ai sensi dell’ultimo condono (quel 2003, detto anche secondo condono Berlusconi) è stata esclusa la possibilità di sanare le opere abusive nelle aree di massimo vincolo e, tra queste, le aree naturali protette. Insomma, ad oggi in un parco è incondonabile qualunque opera abusiva realizzata dopo il 31 dicembre 1993. Ciò nonostante in questo periodo sono stati realizzati decine di migliaia di abusi, molti dei quali oggetto di notizia di reato e di procedimenti penali ed amministrativi aperti; addirittura presso i Comuni delle aree protette giacciono migliaia di pratiche avviate sulla base delle procedure del condono 2004. Il gioco è chiaro, farsi respingere la domanda, ricorrere ed impantanare la pratiche nelle lungaggini giudiziarie; intanto nessuno può intervenire per abbattere l’abuso e questo si consolida. Come agiranno le nuove norme rispetto a questi casi? Se non si escluderà la possibilità di cubature aggiuntive nelle aree vincolate, e in particolare nei parchi, sarà ben difficile sostenere che da un lato della tua casa puoi costruire e dall’altro devi abbattere quello che abusivamente hai già costruito; o forse qualcuno vuol far abbattere le porzioni abusive per poi farle ricostruire legalmente?
Terzo problema: come le nuove norme si incroceranno con le opere non condonabili ma comunque assoggettate a sanatoria paesaggistica? Il precedente Governo Berlusconi, oltre al condono, aveva varata una sanatoria paesaggistica che consentiva l’interruzione dell’azione penale nei confronti di coloro che avevano realizzato abusi senza le necessarie autorizzazioni; in concreto questo significava che un’opera abusiva, incondonabile sotto il profilo urbanistico, veniva sanata sotto quello paesaggistico con l’effetto che non si poteva più procedere nei confronti dell’abusivo ma l’abuso rimaneva abbattibile. Questa norma, al di là delle intenzioni dichiarate e del testo sufficientemente chiaro, ha creato una confusione estrema nella sua applicazione. Ad oggi esistono migliaia di casi incagliati presso gli uffici comunali dove le procedure di condono e quelle di sanatoria paesaggistica, che dovrebbero essere distinte e separate, sono state inopportunamente incrociate. Anche in questo caso è difficile credere che in un nuovo aumento di cubatura oggi autorizzato nella pratica non si tenti di far rientrare quelle porzioni di immobili abusivamente realizzate che hanno avuto la sanatoria paesaggistica ma che non sono stati abbattuti.
Aspetteremo il testo del Governo per giudicare, ma la sensazione è quella che si stia aprendo una porta dalla quale nessuno può dire con esattezza cosa passerà.