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Ecomafie, un reato ogni tre ore

5 maggio 2009 0 commenti

L’ecomafia è un business che non conosce crisi e che ha un giro d’affari stimato attorno ai 20,5 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente. Sono 25.776 gli ecoreati accertati: quasi 71 al giorno, uno ogni tre ore. Circa metà, più del 48%, si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia), il resto si spalma su tutto il territorio nazionale.

Il 2008 è l’anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti pericolosi, ben 25, con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro. Tutti soldi sporchi – si legge nel Rapporto – accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini. La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla “Rifiuti Spa” in un solo anno ha raggiunto la vetta di 3.100 metri, quasi quanto l’Etna. Non è mai stata così alta (31 milioni di tonnellate è la stima nel Rapporto) Questi gli impressionanti numeri dell’Italia sfregiata dal malaffare nella foto puntuale del rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, presentato oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sebastiano Venneri, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente, il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, il vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Granata, il presidente della commissione sul Ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella, il responsabile Ambiente del PD Ermete Realacci, Enrico Fontana del direttivo Legambiente, il presidente del Copasir Francesco Rutelli e Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente.

Dal dossier, in positivo emerge la maggiore efficacia degli interventi repressivi da parte delle Forze dell’ordine. Aumentano gli arresti, passati dai 195 del 2007 ai 221 del 2008 (+13,3%) e i sequestri: dai 9.074 del 2007 ai 9.676 dello scorso anno (+6,6%), mentre diminuiscono il numero di reati ambientali (dai 30.124 del 2007 ai 25.766 del 2008), a causa, soprattutto della tendenza da parte delle Forze dell’ordine a concentrare le attività investigative sui reati di maggiore gravità, tali da determinare provvedimenti e interventi repressivi più severi, come l’arresto e il sequestro.

“I rifiuti _ ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso _ fanno rischiare di meno e guadagnare di più della droga: bisognerebbe riprendere il disegno di legge al quale anche noi avevamo contribuito e che consentiva alla Procura nazionale antimafia di raccogliere dati sulle ecomafie ed era stato condiviso da tutte le forze politiche

Ed ecomafie significa rifiuti ma non solo. Nel 2008 l’abusivismo edilizio ha rialzato la testa con 28 mila nuove unità. Sul fenomeno hanno influito “le aspettative nei confronti del governo e la percezione di un atteggiamento più possibilista nei confronti di ‘chi fa”. Il ciclo illegale del cemento vede stabile al primo posto la regione Campania, seguita dalla Calabria, e al terzo posto il Lazio, in continua ascesa. Cifre e dati sono impressionanti: ben 1.267 infrazioni accertate, 1.685 persone denunciate e 625 sequestri. Il cemento è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e nel caso campano si tratta di proventi ingenti che si traducono in interi quartieri abusivi. Basti pensare che il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa, dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio. All’indiscusso primato campano contribuiscono anche i dati provenienti dal territorio che un tempo era definito agro sarnesenocerino e che ora di agricolo ha conservato ben poco, con 300mila metri quadri cementificati illegalmente su un’area di 158 chilometri quadrati. Ma l’abusivismo non risparmia neppure le località di pregio, a cominciare dalle costiere (amalfitana e cilentana) e dall’area dei templi di Paestum, come a Ischia, l’isola leader della cementificazione selvaggia, dove gli abusivi hanno incontrato un alleato d’eccezione nel vescovo che ha lanciato un appello alla procura perchè si eviti “il legalismo esasperato”, sospendendo gli abbattimenti “in attesa del Piano Casa del governo”

“Contro le ecomafie serve ora piu che mai lo strumento delle intercettazioni” ha denunciato il responsabile ambiente del Pd, Ermete Realacci. E dalla maggioranza è venuta una prima apertura. “Contro le ecomafie _ ha ammesso il presidente della Commissione sul Ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella _ servono le intercettazioni e presenteremo un emendamento alla lgge sulle intercettazioni perchè questo strumento possa essere utilizzato nella lotta ai reati ambientali”. ”Servono proposte di riforma di legislazione ambientale e l’auspicio -ha detto ancora Pecorella- è di farle arrivare in tempo entro la fine della legislatura”.