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Le opposizioni denunciano:con il silenzio-assenso a rischio il paesaggio italiano

11 luglio 2010 0 commenti

abusivismo
«Un salto all’indietro di mezzo secolo, un pericolo mortale per il paesaggio italiano. D’ora in avanti si potranno costruire alberghi, ipermercati, anche case private senza più bisogno del permesso di costruire: basterà che a fare l’intervento sia un’impresa e basterà presentare una semplice dichiarazione». E’ preoccupato Roberto Della Seta, capogruppo Pd in commissione Ambiente al Senato. «Sotto il nome truffaldino di semplificazione burocratica – afferma il parlamentare – si fa passare una decisione che avrebbe effetti devastanti sull’ambiente e sulla stessa qualità del costruito. In un Paese dove a causa dell’abusivismo edilizio il territorio è già stato maltrattato abbondantemente, e in cui la qualità delle costruzioni più recenti è spesso mediocre, l’abolizione di fatto del permesso di costruire equivale ad un via libera generalizzato al ‘fai-da-tè urbanistico. C’è da sperare – conclude Della Seta – in un soprassalto di dignità del Parlamento, o davvero per l’Italia si aprirà un assalto selvaggio e definitivo a ciò che resta del Belpaese».

Anche i Verdi denunciano l’emendamento sul silenzio-asseso. “L’emendamento ‘pro-imprese’ della manovra – osserva il presidente dei Verdi Angelo Bonelli _ con cui si vorrebbe permettere di costruire senza richiedere il permesso di costruire, rischia di introdurre in Italia il far-west urbanistico“. “In questo modo si da’ il via libera al banditismo edilizio abolendo ogni sorta di filtro e controllo preventivo- prosegue Bonelli -stiamo assistendo all’attacco finale alle normative che tutelano ambiente, territorio e paesaggio: il tutto condito dalla ‘spada di damocle’ di un condono che un giorno compare nel testo della finanziaria e l’altro sparisce”. Questa norma “continuera’ ad arricchire i grandi speculatori edilizi a cui il governo ha gia’ incartato un regalo enorme con il federalismo demaniale che svende beni e terreni dei cittadini italiani per dare il via alla piu’ grande speculazione edilizia della storia della Repubblica- conclude Bonelli- a fare le spese di questa politica sciagurata saranno ovviamente i cittadini onesti che hanno seguito le regole per costruirsi una casa, l’ambiente e il territorio italiano su cui insistono quasi 500 mila frane e che e’ letteralmente ‘a pezzi’, come dimostrano i disastri degli ultimi anni”.

Secondo l’emendamento del relatore Antonio Azzolliti, approvato in commissione Bilancio del Senato, il governo è autorizzato a adottare uno o più regolamenti attuativi da emanare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Nel dettaglio l’emendamento prevede che «ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio di attività imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento dei requisiti e presupposti richiesti dalla legge o di atti amministrativi a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifici strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, con la sola esclusione degli atti imposti alla normativa comunitaria, è sostituito da una segnalazione dell’interessato». Cambia anche la sigla: non si chiamerà più Dia (dichiarazione di inizio attività) ma Scia (segnalazione certificata di inizio attività). L’attività può essere avviata dalla data di presentazione della segnalazione all’amministrazione competente che , entro 30 giorni, «adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi, salvo che, ove ciò sia possibile, l’interessato provveda a conformare alla normativa vigente detta attività e i suoi effetti entro un termine fissato dall’amministrazione, in ogni caso non inferiore ai 30 giorni». Per quanto riguarda poi i controlli ex post, nel caso in ci la legge preveda acquisizioni di pareri o verifiche preventive, questi «sono comunque sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni o certificazioni, salve le verifiche successive degli organi delle amministrazioni competenti».