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Rifiuti: Napolitano firma il decreto, Berlusconi promette normalità

27 novembre 2010 0 commenti

inceneritoreNapoli tornera’ alla normalita’ ”in due settimane”. Ieri, nel giorno in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firma il decreto legge sui rifiuti, il premier Silvio Berlusconi è tornato sotto il Vesuvio. E, dopo aver minimizzato le contestazioni di studenti e lavoratori precari che lo hanno accolto in una citta’ blindata dalle forze dell’ordine, promette che la minaccia di nuove multe avanzata dall’Unione europea sara’ ”annullata”. Un’iniezione di ”ottimismo” per il capoluogo campano, ancora oggi assediato da 2.700 tonnellate d’immondizia che hanno spinto il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, a lanciare l’ennesimo monito.

Riusciremo a superare la situazione in un tempo contenuto, credo che l’emergenza si possa risolvere in due settimane”, assicura il premier in una pausa del vertice con gli amministratori locali organizzato in fretta e furia con l’intenzione dichiarata, da parte del Cavaliere, ”di dare una mano”. Dunque nessun commissariamento, come si era ventilato alla vigilia della riunione. ”I poteri appartengono alle autorita’ locali”, spiega infatti Berlusconi, che chiarisce di persona uno dei punti del decreto modificato dal governo per recepire le osservazioni del Quirinale.

E spiega le linee generali del piano con cui intende mettere fine una volta per tutte al problema grazie alla solidarieta’ delle Regioni e citta’ italiane. ”Ho telefonato personalmente ai sindaci di Milano, Torino, Firenze, Genova, Bari e Roma – rivela Berlusconi – per avere mezzi che ci aiutino a risolvere la situazione a Napoli”. Dal capoluogo lombardo, per esempio, arriveranno sette compattatori, mentre la Capitale ne mettera’ a disposizione altri undici.

La Puglia, attraverso il suo governatore Nichi Vendola, promette che smaltira’ 50 mila tonnellate di immondizia. Anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi fara’ la sua parte. E il premier si dice convinto che, alla fine, anche il Piemonte e il Veneto ‘leghisti’, recalcitranti all’idea, accetteranno di fare lo stesso. ”Ho richiamato i governatori Cota e Zaia e il loro atteggiamento – rivela il premier – e’ diventato positivo”. Ma dopo poco arriva la doccia gelata. ”Chi decide e’ il territorio, i rifiuti devono essere smaltiti dove vengono prodotti”, ribatte infatti per il carroccio il ministro Roberto Calderoli, proprio mentre le province di Avellino, Caserta e Salerno si impegnano davanti a Berlusconi a smaltire, almeno fino al 15 dicembre, 250 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti da Napoli.

Nel frattempo, il Cavaliere assicura anche che si procedera’ a ”turni forzati” alla costruzione dei termovalorizzatori. ”Quello di Napoli -ha  spiegato – quello di Salerno e, credo, anche di un terzo”. Impianti che potrebbero essere realizzati sempre da Impregilo, come quello di Acerra gia’ in funzione, magari anche con l’utilizzo di ”capitali privati”. Le contestazioni di alcune centinaia di giovani, che scandivano slogan contro il premier mentre le forze dell’ordine li tenevano lontani da piazza Plebiscito con un imponente servizio di sicurezza, sembrano non scalfire l’ottimismo del presidente del Consiglio. ”Io non ho visto alcuna contestazione – ha replicato – se ci sono giovani che, invece di dedicarsi al corteggiamento delle ragazze preferiscono dedicarsi ad attivita’ di questo genere, sono fatti loro. Alla loro eta’ io facevo cose diverse”. Il tempo per bacchettare il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino – ”la Tarsu e’ alta? paradossale – ha aggiunto – ricordatevene quando andrete a votare – e di dire che il ministro Mara Carafagna non sara’ candidata sindaco del capoluogo partenopeo. Poi Berlusconi torna al vertice.