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Le Regioni dicono (ancora) “no” agli Ogm

16 dicembre 2010 0 commenti

ogm-disegno“Ancora un no unanime e compatto alle coltivazioni transgeniche sul territorio italiano”. La Conferenza delle Regioni odierna, infatti, che ha visto relazionare sul tema il presidente della commissione Politiche agricole Dario Stefano, assessore della Regione Puglia, “ha nuovamente fatto propria la posizione di tutti gli Assessori all’agricoltura delle Regioni e delle Province autonome in merito alle colture transgeniche“.   Una posizione “che viene ribadita- spiega Stefano- e che, quindi, non lascia spazio a dubbi: i territori italiani devono rimanere ogm free. Le Regioni lo hanno ribadito con estrema chiarezza”. Posizione questa che, ora, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani si incarichera’ di comunicare, e ribadire, al governo italiano sollecitando i ministeri competenti a procedere all’attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell’art. 23 della Direttiva Ce 18/2001.
 Anche nella decisione odierna della Conferenza delle Regioni “e’ stato ribadito quanto gia’ comunicato in apposito documento al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, in occasione dell’ultimo Comitato tecnico agricolo della settimana scorsa.   “L’intesa sulle linee guida sulla coesistenza- sottolinea il presidente della commissione Politiche agricole Dario Stefano, assessore della Regione Puglia- e’ stata gia’ ritirata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 7 ottobre scorso e, dunque, non v’e’ piu’ alcuna ragione per riproporla alla discussione”. In piu’, in quella stessa sede del 7 ottobre, “fu approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva ai ministeri competenti di procedere all’attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell’art.23 della Direttiva Ce 18/2001, nei confronti delle ‘varieta’ geneticamente modificate'”. Cio’ “in analogia con quanto gia’ fatto da altri Paesi, quali Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria, dove la clausola e’ tuttora in vigore”. 

  Ma “c’e’ di piu’- aggiunge Stefano- il Consiglio dell’Unione Europea, che ne detiene la prerogativa, si e’ gia’ espresso rigettando la richiesta di rimozione, proposta dalla Commissione dell’Ue, per Austria e Ungheria, sulla base dell’assenza di una valutazione del rischio per l’ambiente. Questo, e’ evidente, da’ ancora piu’ forza alla nostra posizione”.  Attivazione della clausola di salvaguardia, dunque, come “unico strumento per mantenere il territorio di tutte le Regioni italiane libero da coltivazioni transgeniche”. E che “consente peraltro-conclude l’assessore pugliese- di risolvere anche i contenziosi esistenti che, comunque, non possono essere imputati ad inadempienze da parte delle Regioni e Province autonome”. Come pure “il ricorso alla clausola di salvaguardia da parte del nostro Paese rappresenterebbe quella alternativa alle linee guida sulla coesistenza, cosi’ da adempiere alla Sentenza del Consiglio di Stato n.183/2010″.

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