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Rete Imprese Italia e Legacoop: non tagliate gli incentivi alle rinnovabili

1 marzo 2011 0 commenti

negmicon_thumbfotovoltaico1«Lo stop agli incentivi al fotovoltaico, una volta raggiunto il tetto di potenza incentivabile di 8.000 MW, bloccherebbe l’attività delle imprese che hanno già investito in questo settore».

A suonare il campanello d’allarme è Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti) che esprime «forte preoccupazione» sulla nuova riformulazione del Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva in tema di promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili.

«Avevamo apprezzato -sottolinea Giorgio Guerrini, il presidente di Rete Imprese Italia– le linee strategiche dello schema di decreto. Ma oggi la nuova bozza non recepisce completamente i pareri delle Commissioni parlamentari. Le nuove disposizioni rischiano di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, causando conseguenze negative in termini economici ed occupazionali per le imprese e pregiudicando il raggiungimento dell’obiettivo europeo del 20-20-20».

Secondo Guerrini, con lo stop agli incentivi al fotovoltaico «inoltre non verrebbe risolto il problema della copertura dei costi per l’incentivazione di tutte le fonti rinnovabili. Il finanziamento, infatti, continuerà a gravare sulle bollette elettriche e del gas, generando forme di prelievo fiscale inique e poco trasparenti che contribuiscono ad innalzare il prezzo dell’energia, già tra i più cari a livello europeo». Guerrini considera «indispensabile contenere le distorsioni generate dal prelievo tariffario, individuando il giusto equilibrio tra l’esigenza di sostenere il settore delle rinnovabili e la necessità di limitare l’impatto dei sussidi sui consumatori finali di energia».

Secondo il presidente di Rete Imprese Italia «anzichè bloccare in forma generalizzata gli incentivi, bisogna razionalizzarli, destinandoli alle fonti rinnovabili che contribuiscono effettivamente a raggiungere gli obiettivi europei e ponendoli a carico della fiscalità generale come ogni altra forma di incentivo allo sviluppo produttivo». Rete Imprese Italia esprime perplessità anche sulle norme relative alla qualificazione degli operatori che operano nel settore delle rinnovabili. «È necessario -sottolinea Guerrini- garantire professionalità e competenza ma con modalità semplici e coerenti con le caratteristiche delle imprese che operano in questo settore e senza provocare un ulteriore aggravio economico per le imprese. La formazione non deve diventare fonte di speculazione per alcuni soggetti ma elemento qualificante delle imprese che lavorano in regime di correttezza, sicurezza e professionalità».

Anche Legacoop si dice ”fortemente preoccupata” per l’ipotesi di un intervento del governo che potrebbe bloccare lo sviluppo delle energie rinnovabili nel nostro Paese.”Legacoop ritiene che sarebbe sbagliato intervenire con tetti quantitativi per limitare il futuro sviluppo di queste tecnologie, come pure introducendo tagli retroattivi sui contributi previsti”, dice Vanni Rinaldi, responsabile nazionale del settore energia della Lega, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto da parte del governo. ”Il nostro Paese e’ impegnato a raggiungere, entro il 2020, un obiettivo europeo che impone, pena pesanti multe, di raggiungere il 17% di produzione di energie rinnovabili, e lo stesso governo ha piu’ volte indicato un obiettivo ulteriore pari al 25% del totale della produzione nazionale”. ”Invece di far correre il rischio di un improvviso e anacronistico stop allo sviluppo delle energie rinnovabili, proprio ora che il mercato petrolifero affronta l’ennesima crisi con i relativi aumenti del prezzo del greggio – aggiunge Rinaldi – sarebbe opportuno e urgente che il governo aprisse immediatamente un tavolo di confronto con tutti i soggetti impegnati nello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, per discutere eventuali correttivi da introdurre, tesi a salvaguardare un mercato in crescita, i lavoratori e le imprese coinvolti”.